di Marco Vallesi
Che il sole di ferragosto portasse con sé l’instaurarsi di un’alta pressione nel centro del Mediterraneo, sostenuta dal mitico “anticiclone delle Azzorre”, era un fenomeno in cui tutti riponevano delle aspettative per risollevare un po’ la mediocre stagione estiva che, a Tarquinia come altrove, sembrava marcata da un segno decisamente negativo.
Ma, con il caldo, oltre i benefici per le tardive abbronzature, l’en plein nei ristoranti e il sollievo per le casse degli operatori stagionali, sono anche arrivati dei “colpi di sole” che – attenzione – non sono quei vezzosi trattamenti colorati nelle acconciature femminili, bensì malori, o quasi, che possono causare patologie temporanee rilevabili da sintomi alquanto curiosi.
E speriamo che il piagnisteo del sindaco Mazzola, per la difficoltà di spendere, svelto svelto, i soldi dell’Enel prima del fatidico 2012, non sia uno di quei sintomi.
Il “povero” sindaco, lasciandomi perplesso sulla vera natura della doglianza, lamenta “strozzature” alla spesa dovute al patto (cappio cit.) di stabilità, minaccia di “scrivere” – meglio scrivere che telefonare (link) – a mezzo mondo per rappresentare a tutti la sua disperazione nel non poter pagare, pur avendo soldi in abbondanza, le imprese o gli appaltatori che hanno già completato dei lavori o hanno presentato gli stati d’avanzamento per altre opere.
Mentre il primo dei disperati cittadini sbraita contro i “forcaioli” del patto di stabilità, l’assessore “alla ferraglia” Ranucci si frega le mani ben cosciente del fatto che, i fulmini delle rimostranze, la grandine delle lamentele e ogni altro pericoloso fenomeno atmosferico ricadranno sulle spalle o sulla testa altrui compresa quella della segretaria del PD tarquiniese (non ce la faccio a declinare al maschile la carica per la gentile Arianna Centini) e non già sulla sua, premurosamente tenuta all’ombra delle coltivazioni pensili di gerani.
Per la segretaria, dicevo, travolta da un insolito destino nell’azzurro dilemma d’agosto, qualche seria preoccupazione.
Anche per lei il clima torrido di questi ultimi giorni agostani non fa sconti e non è di certo salutare costringerla, così com’è, ad uscire a capo scoperto nella canicola implacabile, per tentare di sedare gli animi surriscaldati dei suoi iscritti.
E pur coraggiosa e pugnace, nel tentativo di rasserenare gli animi, si lancia senza timore – direi senza precauzioni – in una pirotecnica comunicazione con sfumature criptate del cui significato solo i cultori dell’enigmistica potrebbero trarre o ipotizzare una qualche nozione.
Ecco uno dei suoi più sibillini e calorosi passaggi: “abbiamo molta di gente comune, liberi professionisti, artigiani, commercianti, di persone stimate della società civile, che ha riconosciuto il grande lavoro svolto in questi anni e pronte a sostenere l’Amministrazione e la figura del sindaco uscente.”
Non volendo in nessun caso scomodare personalità come quelle della rinomata famiglia Bartezzaghi provo, seppure con formula dubitativa, a risolvere l’enigma: questa moltitudine “di gente comune, liberi professionisti, artigiani, commercianti, di persone stimate della società civile” è la stessa di cui parla il sindaco e che sta aspettando il saldo delle fatture per i lavori svolti per conto del Comune?
Sarebbe importante capire se questa è la giusta soluzione del rebus, giacché, se lo fosse, davanti a quella forca evocata dal primo cittadino, la prossima primavera, oltre alla tipica torma di curiosi di rivoluzionaria memoria, cercherebbero posto in prima fila, sgomitando, anche i creditori del Comune già vessati dalle tasse, dall’ incipiente crisi e, probabilmente, desiderosi di rivalse.
Nel frattempo, evitando quanto possibile le inutili esposizioni al sole e alle roventi temperature, chi è saggio o furbo – fate voi – resta, prudentemente, all’ombra.