Riceviamo e pubblichiamo
Ringrazio chi ha ritenuto così importante informare tutti a mezzo stampa, circa la cena che ho organizzato a casa mia con gli amici amministratori e dirigenti del PDL. Questo qualcuno certamente soffre di crisi di appartenenza e probabilmente non trovando ospitalità in alcun gruppo, o essendo politicamente nullo, si nasconde ancora nell’anonimato, a differenza di chi tutti i giorni ci mette la faccia mettendosi in gioco sempre e comunque e assumendosi responsabilità morali ed oggettive nei confronti di tutti.
Sono comunque contento di aver letto che i miei amici abbiano apprezzato le prelibatezze durante una cena del PDL, mentre mi dispiace meno pensare che chi non era con noi non abbia potuto condividere una piacevole serata, iniziata con aperitivi e antipasti ricchi di temi politici locali, problemi del nostro territorio e futuro della nostra gente.
Chi dei non invitati si aspettava che a cena come primo piatto si fosse servita la rosa dei candidati a Sindaco, sicuramente non ha esperienza di partito e di conseguenza non conosce come funziona l’alfabeto della politica, pur avendo già superato di gran lunga la maggiore età.
Nel passare ai secondi, nessuno degli invitati ha rifiutato una porzione di sdegno nei confronti di coloro che si definiscono paladini portatori della parola della gente ma che poi in realtà militano nei partiti esclusivamente per interessi personali. Infatti si è dibattuto sull’importanza e la responsabilità del ruolo che ogni pubblico amministratore e dirigente di partito assume nel giorno in cui decide di scendere in campo.
Per quanto riguarda l’amaro in bocca, c’è stato! Se non altro nel considerare l’attuale stato di crisi economica in cui versa il Paese, con il conseguente rischio di degrado sociale.
Tengo a dire che durante la serata il momento che mi ha reso particolarmente soddisfatto è stato quando ci siamo trovati tutti concordi sul fatto che, chi nel nostro partito pensa di fare il politichese perché non ha argomenti interessanti da trattare, può benissimo ed in modo indipendente restare fuori dal partito, in quanto se non utile a se stesso, figuriamoci agli altri!
Tra chi appartiene ad un partito politico o ha militato, tra chi ha vissuto momenti da vincitore o da sconfitto, è normale che ci possano essere punti di vista divergenti che si definiscono attraverso discussioni più o meno accentuate, ma il rispetto tra persone è comunque, primario. Certamente, il problema si pone per chi dalla politica ha sempre incassato e mai dato, per chi viene alle riunioni e frequenta solo per propri ed esclusivi interessi, sperando in nomine o incarichi che possano portare vantaggi certi a se stesso.
I partiti non debbono servire per interessi personali, i partiti devono essere il tramite per il quale si possano coltivare interessi collettivi, per il benessere generale che si traduce poi in opportunità per migliorare il benessere personale.
Il consigliere
Marco Fiaccadori