Riceviamo e pubblichiamo
L’agricoltura giovane è di casa a Viterbo. Lo confermano i numeri diffusi dal rettore dell’università della Tuscia che, aprendo i lavori del convegno della Coldiretti, ha rilevato la crescita costante degli iscritti alla facoltà di agraria raddoppiati in cinque anni e l’impennata delle immatricolazioni che sono state 171 nell’ultimo anno accademico “anche perché i ragazzi e le loro famiglie scorgono in questo settore – ha aggiunto Alessandro Ruggieri – prospettive di lavoro oggettivamente stabili e durature”.
Ad accogliere gli oltre duecento ospiti sono stati Mauro Pacifici e Alberto Frau, presidente e direttore della federazione provinciale. Il ritrovato amore di ventenni e trentenni per le campagne e per le attività agricole è certificato anche dal numero delle richieste dei contributi europei per finanziare il primo insediamento, ossia per poter avviare nuove aziende guidate da giovani. “Al bando pubblicato dalla Regione Lazio – ha detto Stefano Leporati, responsabile politiche economiche della Coldiretti – hanno risposto 1.230 ragazzi, chiaramente intenzionati a costruire in agricoltura il proprio futuro umano e professionale”.
Quello primario è il settore che più di ogni altro gode di vantaggi e agevolazioni. Questo è il momento per scegliere l’agricoltura. Un giovane che oggi decidesse di aprire una nuova azienda – ha ricordato Romano Magrini, responsabile politiche del lavoro della Coldiretti – sa che nei primi tre anni di attività non avrebbe alcuna spesa di contribuzione e che al quarto e quinto godrebbe comunque di condizioni agevolate. Senza dimenticare che grazie alle nostre battaglie gli imprenditori non pagano più Imu, Irap e Irpef agricola perché a tutti è chiara la necessità di tutelare il nostro patrimonio di produzioni agroalimentari tipiche che oggi è il più apprezzato e ricercato brand del Made in Italy nel mondo. Un bullone è un bullone ovunque, tanto che lo si faccia in Europa o in Cina, mentre il nostro agroalimentare è unico al mondo ed è la ragione per la quale – ha concluso Magrini – dobbiamo tutelarlo dalle imitazioni e dalle contraffazioni”.
Se David Granieri, presidente Coldiretti Lazio, ha esaltato Viterbo come “modello della nuova agricoltura” il direttore regionale Aldo Mattia ha rivendicato i meriti di Coldiretti nel ridisegnare profondamente il settore. “I contadini del dopoguerra oggi sono, grazie alla nostra attività sindacale – imprenditori protagonisti della rinascita economica del Paese. Noi siamo al loro fianco per sostenere il consolidamento di questa ritrovata vivacità. Se oggi i giovani – ha concluso Mattia – possono contare su fiscalità di vantaggio, agevolazioni e incentivi agli investimenti è perché la nostra azione sindacale resta costante e puntuale e perché la nostra forza contrattuale e di rappresentanza si consolida anno per anno”.