Non accadeva da più di mezzo secolo, cioè dal 1959: stando ai dati provvisori diffusi dall’ISTAT, l’Italia è in deflazione: nell’appeno appena concluso, infatti, i prezzi al consumo sono scesi dello 0,1% come media d’anno.
Una situazione – spiega il Codacons in una nota – che “porta l’Italia indietro di 60 anni, determinando effetti recessivi per l’intera economia del paese”. “La frenata dei prezzi al dettaglio nel 2016 – continua il comunicato – è il frutto del crollo record dei consumi registrato in Italia negli ultimi anni. L’attesa ripartenza della spesa da parte delle famiglie non si è verificata, e complessivamente negli ultimi 8 anni i consumi degli italiani sono calati di ben 80 miliardi di euro. Come se ogni nucleo familiare avesse ridotto gli acquisti per 3.333 euro dalla crisi economica ad oggi. Numeri che hanno avuto effetti diretti su prezzi e listini, con una variazione negativa dello 0,1% su base annua”.
Sul tema è intervenuta anche la Coldiretti, che spiega come la deflazione abbia “effetti devastanti nelle campagne dove i prezzi riconosciuti agli agricoltori crollano mediamente di circa il 6% nel 2016 ed in alcuni casi come per il grano non coprono neanche i costi di produzione. Gli agricoltori nel 2016 hanno dovuto vendere più di tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane ma la situazione non è migliore per le uova, la carne o per alcuni prodotti orticoli”.