Riceviamo e pubblichiamo
Scriviamo questa lettera perché pensiamo che sia giusto offrire la nostra testimonianza su ciò che si è verificato durante la diretta tv della trasmissione “Dalla vostra parte” del 21 Settembre scorso. Durante il dibattito avvenuto in trasmissione non ci è stata data la possibilità di esprimere la nostra posizione, dal momento che avevamo palesato il nostro punto di vista, discorde con l’intera programmazione, architettata per evidenziare esclusivamente i malcontenti di alcuni cittadini relativamente al tema dell’immigrazione.
Abbiamo partecipato per dimostrare che Vetralla come non è un paese esasperato dal flusso migratorio ed a tratti razzista, come avrebbero voluto far credere. È un paese solidale, come più volte ha dimostrato. Conosciamo quali siano le enormi problematiche che la cittadinanza riscontra all’arrivo di ragazzi senza permesso di soggiorno accolti nel centro del paese e siamo consapevoli che la problematica più grande sia proprio la paura: la paura verso ciò che è diverso e che spesso si ignora; ciò che non conosciamo ci spaventa.
Noi vorremmo non fosse questo sentimento a prendere il sopravvento su quello che invece è il nucleo centrale della problematica, cioè l’integrazione.E’ importante che per integrazione si intenda l’inserimento culturale, l’inclusione sociale e lavorativa di tutti questi ragazzi che vengono con la speranza di trovare una luce in fondo al tunnel dell’immigrazione. È importante che ciascun cittadino non si ponga in una condizione di chiusura verso “l’ospite”, ma sia piuttosto pronto ad aiutarlo con la lingua, con la creazione di un curriculum lavorativo, o anche semplicemente per un conforto psicologico. Non dobbiamo mai dimenticare il dramma che questi esseri umani hanno vissuto e vivono ogni giorno, rimanendo ai margini della società, osservando incuriositi ciò che gli accade intorno, con la speranza sottile che qualcuno li renda partecipe anche solo con un saluto.
Sappiamo inoltre quanto sia importante che questi giovani profughi rispettino le nostre regole, ma ci siamo mai chiesti se conoscono le nostre regole? Se qualcuno ha mai dedicato del tempo per far sì che queste gli siano chiare? E poi…che esempio siamo per loro se nelle nostre azioni non c’è tolleranza, educazione e integrazione?
La loro diversità non dovrebbe diventare il loro motivo di chiusura, la loro diversità non deve diventare sinonimo di “ghettizzazione”, altrimenti noi tutti abbiamo perso questa scommessa, noi tutti possiamo dire di aver fallito. Con queste riflessioni, che avremmo voluto esternare durante la trasmissione, intendiamo invitare il popolo vetrallese a capire che ciò che spaventa si può affrontare, che per questi ragazzi si può fare molto in modo che le differenze tra noi e loro diventino minime. Il nostro gruppo sta cercando di collaborare con le cooperative che gestiscono la locazione degli immigrati, stiamo cercando di creare dei ponti con questi ragazzi, che possano essere sia corsi di lingua, che esperienze di scrittura creativa. Nel nostro piccolo siamo forti e vorremmo essere molti di più.
Silvia Lupattelli, Livia Nicolini, Livio Grillo, Leonardo Lanzalonga, Giorgia Lanzalonga, Francesco Maria Palmieri, Aldo Paolelli e i tanti che credono negli esseri umani.