Riceviamo e pubblichiamo
Di ottima qualità. E con quantitativi in sensibile aumento rispetto all’anno scorso. La vendemmia a Roma e nel Lazio si annuncia sotto i migliori auspici.
Le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea stimano una produzione di vino di 1.717 migliaia di ettolitri, con una variazione di +2% rispetto al 2015. Il dato regionale si spalma in misura omogenea sulle province, da Viterbo a Latina passando per i Castelli Romani, con previsioni di raccolta ovunque in crescita e una qualità delle uve attesa in linea, se non superiore, con quella della scorsa annata. Merito delle attenzioni prestate dai viticoltori nel rispetto della tempistica indicata per i trattamenti ai filari, ma anche del favorevole andamento delle condizioni climatiche che, dai primi giorni di agosto ad oggi, hanno assicurato temperature calde di giorno e la giusta escursione termica notturna.
Ma il problema nel Lazio resta il prezzo. “A fronte di una qualità in crescita anno per anno, il prezzo continua ad essere irrimediabilmente basso, mentre è proprio da lì – commenta David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio – che si misura il riconoscimento più immediato e diretto, in termini di volumi economici, a fronte degli investimenti e della grande professionalità messa in campo dai nostri viticoltori. Anche quest’annata rischia di concludersi per le uve laziali con un prezzo compreso tra 15/18 euro al quintale. Un prezzo destrutturato, altalenante perché esposto alle oscillazioni del mercato e che continua così a non assicurare le minime garanzie di reddito ai produttori”.