Riceviamo e pubblichiamo
Quella di oggi, ormai meccanizzata, è più comoda e meno faticosa, ma anche meno affascinante di quella che una volta si faceva a mano. E così per il quarto anno consecutivo si è rinnovato nelle campagne di Blera, con una rievocazione puntuale e fedele, il rito antico della mietitura a mano, quando i contadini trascorrevano interminabili giornate a falciare con la schiena curva sotto il sole cocente.
Una tradizione di sudore e di fatica, che però è ancora oggi ricordata come uno dei momenti più significativi e gratificanti della vita rurale, perché quel prezioso raccolto significava pane e sostentamento per un anno intero, benessere e serenità. A conferire autenticità alla giornata è stata la presenza della 93enne Maria Giuseppa Pampana, da tutti conosciuta come Maria de Teta, che ha svolto con rigore, piglio e competenza il ruolo di capofarcia, cioè caposquadra dei mietitori.
I dieci agricoltori, supervisionati da Maria Giuseppa, hanno falciato come si faceva tanti anni fa, sotto gli occhi di tanti curiosi e sostenuti dalle parole di apprezzamento del giovane sindaco di Blera Elena Tolomei e di Secondiano Scarselletta, assessore dell’Università Agraria. Sia il Comune che l’Università collaborano con la Coldiretti di Viterbo, con la Pro Loco di Blera e il periodico La Torretta alla cura degli aspetti organizzativi della rievocazione. Sul posto anche Renato Bertocci, segretario provinciale di Giovani Impresa Coldiretti e il consigliere di zona Natalino Talanas.