Riceviamo e pubblichiamo
E’ stato “Jazu” a tagliare per primo il traguardo della migrazione primaverile degli Ibis eremita. Nei cieli italiani, in volo verso la Baviera, ora se ne contano altri 5 che stanno tornando a casa per trascorrere l’estate, dopo un inverno in Toscana. Intanto, i ricercatori del Waldrappteam e del Parco Natura Viva di Bussolengo, impegnati nel progetto Life+ “Reason for Hope” per la reintroduzione in natura dell’Ibis eremita, monitorano la situazione tramite i Gps che ogni uccello ha applicato sul dorso.
“Jazu” si era messo in volo lo scorso 19 marzo, in una decina di giorni ha percorso autonomamente i 1.000 chilometri che separano l’Oasi di Orbetello dal sito di riproduzione di Burghausen in Baviera e si è diretto nella struttura preparata dal Waldrappteam per gli Ibis in arrivo. Lì ad attenderlo “Shorty”, sua partner storica già intenta ad arredare il nido. “Per riportare gli Ibis eremita in Europa, dove sono estinti da 400 anni, è necessario insegnar loro nuovamente la rotta di migrazione”, spiega Johannes Fritz, capo-progetto del Waldrappteam.
“Ogni anno grazie all’imprinting, i genitori adottivi umani conducono a bordo di un ultraleggero i giovani provenienti dallo zoo di Vienna lungo la rotta di svernamento, perché possano memorizzarla e percorrerla autonomamente in senso inverso dopo l’inverno, per tornare a casa. Proprio come ha dimostrato di saper fare Jazu”. Nei prossimi giorni si comporrà la squadra dei genitori adottivi della migrazione guidata dall’uomo 2016, che condurrà gli Ibis eremita verso le temperature miti della Toscana verso la fine di agosto.