Riceviamo e pubblichiamo
Le autostrade devastano i territori ma quella di Tarquinia le supera tutte ed è particolarmente brutta e inutile in un territorio vocato al turismo. L’Aurelia era una bella strada turistica che, resa tutta a 4 corsie, sarebbe bastata. La SAT, di Caltagirone e soci invece s’è appropriata di più di un chilometro quadrato di suolo agricolo per modificare la SS1 qua e là, ampliarla per 14 km per poi mollare e restituirla a Benetton, concessionario a condizioni molto vantaggiose della rete autostradale italiana.
Altri fatti aiutano a comprendere le dinamiche di un’opera inutile. Alcuni mesi fa eravamo al Ministero delle Infrastrutture per avere il piano finanziario dell’opera, che Ettore Incalza, poi arrestato, ci stava negando. Quel giorno era stato chiamato anche l’Amministratore Delegato della SAT. Gli abbiamo imputato la responsabilità della compromissione di oltre 120 ettari di fertile suolo agricolo; non ci credeva e sorrideva con ironia al Dirigente del MIT che lo aveva invitato. Alla nostra insistenza, il responsabile della società autostradale ha pensato di poterci zittire sparando il valore vero e ha telefonato al progettista per avere il dato. Purtroppo per Tarquinia aveva torto l’Amministratore: gli ettari compromessi sono 122. L’episodio dà un’idea del pressapochismo che ha contraddistinto l’opera e ci fa preoccupare per gli aspetti più delicati come quello idraulico.
Recentemente abbiamo fatto un sopralluogo nei pressi della zona artigianale, assieme alla consigliera regionale Silvia Blasi, l’ingegnere Martens e l’architetto Cesarini, su segnalazione di alcuni imprenditori preoccupati per il deflusso delle acque piovane. Sono bastate le prime piogge e le criticità a Tarquinia sono emerse già, con sottovia allagati e acque vaganti che non erano state convogliate; che cosa accadrà quando pioverà sul serio? Spaventa l’attraversamento in rilevato, invece che su viadotto, delle valli del Mignone e del Marta, che hanno dietro di se grandi bacini imbriferi e possono generare eventi catastrofici; quei due rilevati stanno lì come due dighe.
Il probabile risultato è che le sofferenze per Tarquinia aumenteranno con più allagamenti, anche nella zona artigianale, e viabilità secondaria inutilizzabile. “Sono infatti inadeguati i canali di deflusso delle acque realizzati come opere secondarie dalla SAT, insufficienti a contenere le acque di scolo di una vasta area urbana, anche per la superficialità con cui sono stati deviati fossi da sempre ben funzionali alla raccolta delle acque piovane” dichiara la consigliera Blasi.
E tutto questo per cosa? Le Regioni Lazio e Toscana, il Ministero delle Infrastrutture e la SAT, tornata in mano a Benetton, hanno di recente sottoscritto il protocollo d’intesa, già ratificato dalla Regione Lazio, fissando anche le agevolazioni per i residenti nei comuni attraversati dalla A12. Tarquinia, che per ora è l’unico comune ad essere attraversato, ne esce cornuta e mazziata: vi ricordate la promessa del pedaggio gratuito che Mazzola sbandierava come contropartita al disagio dei tarquiniesi? Ormai è scritto nero su bianco, l’esenzione durerà solo 5 anni e per una tratta di 20 km. Il protocollo va anche oltre e seppellisce definitivamente la necessità di un’autostrada tirrenica, perché a Nord di Grosseto non verrà più realizzata e la SAT si limiterà solo a migliorare il manto stradale dell’Aurelia. Non è finita qui cara Tarquinia cornuta e mazziata: la Regione Toscana potrà contrattare ulteriori agevolazioni per i propri cittadini attingendo a fondi pubblici. È peccato pensare che la poltrona di Presidente della Provincia è un incarico di partito che premia una lunga e preziosa fedeltà?
Movimento 5 Stelle di Tarquinia