Riceviamo e pubblichiamo
Il “Festival della Complessità” torna a Tarquinia con due conferenze-conversazioni in programma per sabato 4 luglio. La prima ha il titolo “Tarquinia e il mare che univa” ed è a cura di Fulvio Fiorino. Si svolgerà dalle ore 20,30 alle 21,45 presso la Chiesa di San Pancrazio, via delle Torri.
Il Mediterraneo è un mare che per secoli ha diviso e unito i popoli che ne abitavano le coste. Gli antichi marinai furono audaci esploratori e commercianti. Le rotte che tracciarono diedero vita a vasti e potenti sistemi commerciali. Roma fece dell’area mediterranea un unico grande sistema: la prima e unica globalizzazione del Mediterraneo. Una rilettura sistemica di antiche vicende può aiutarci a comprendere alcune caratteristiche dei sistemi complessi e alcuni aspetti della globalizzazione che stiamo vivendo.
Fulvio Forino
Ideatore e coordinatore del Festival della Complessità, Presidente di Dedalo 97, ha maturato una lunga esperienza come Direttore Sanitario Ospedaliero e Aziendale. Impegnato nella ricerca, nell’insegnamento e nell’applicazione dei principi dell’approccio sistemico al management, alla medicina e alla formazione, docente in decine di eventi formativi e in diversi master e corsi universitarie, è autore di saggi e articoli.
Il titolo della seconda è “Il Sale e il Mare” a cura di Beatrice Casocavallo
Avrà luogo dalle ore 21,45 alle ore 23,00 presso la Chiesa di San Pancrazio, via delle Torri. Previsto anche un aperitivo.
Il Mediterraneo ha sempre rappresentato un luogo di contatti tra le civiltà e un ampio sistema di scambi. Su questo Mare si affacciavano popoli e territori con grandi capacità produttive e commerciali: si pensi al grano della sicilia e della Sardegna e dei territori delle coste del Lazio. Altro elemento fondamentale nelle economie antiche è il sale. Dalla documentazione archeoplogica abbiamo attestazion i dello sfruttamento delle saline già dall’epoca protostorica, fonti storiche e archeologiche ci accompagnano in questo viaggio nel tempo: dall’emporion greco di Gravisca attivo dal VII secolo a.C. fino al pieno medioevo con il porto di Corneto.
Beatrice Casocavallo
Laureata in Lettere con indirizzo in Archeologia Medievale presso l’Università di Roma “La Sapienza” . Specializzata in Archeologia tardoantica e medievale alla I Scuola di Specializzazione di Roma. Dal 1995 dipindente del Mibact presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale ora confluita nella Sorpintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale. Svolge l’incarico di sub-consegnatario presso il Museo Nazionale di Tarquinia, fa parte dal 2010 del Servizio per il Medioevo e l’Archeologia Cristiana.
Collabora con la cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Roma “La Sapienza” allo scavo dell’insediamento rupestre di santa Restituta a Tarquinia e con L’università della Tuscia di Viterbo cattedra di Arcehologia Medievale allo studio delle realtà rupestri di carattere sacro. Specialista delle problematiche relative alle produzioni ceramiche medievali del Lazio. Curatrice di cataloghi di mostre ha pubblicato articoli su riviste italiane e internazionali.