Il surf per favorire l’integrazione dei bambini con disabilità o di chi vive in paesi poveri: è l’idea maturata e cresciuta in questi due anni, sino a diventare realtà in Surf4Children onlus, realtà pressoché unica nel suo genere – non solo in Italia, ma anche, probabilmente, al mondo – che vede via via concretizzarsi progetti ed idee grazie all’entusiasmo del gruppo di amici che ne è alla base.
Surf4Children è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) fondata da un gruppo di giovani medici che ha deciso di unire la propria professione alla passione per il mare, per lo sport e per i bambini, promuovendo e diffondendo la cultura dello sport in generale – e del surf in particolare – come importante strumento per il raggiungimento del benessere completo dei bambini e delle famiglie con bisogni speciali in Italia e nel mondo.
“Quello che ci proponiamo – spiegano – è di far praticare in maniera strutturata soprattutto surf, ma anche altri sport di mare, ai bambini con disabilità, consentendo a loro e alle loro famiglie di passare delle giornate “diverse” e in ambienti “diversi” dalle giornate comuni e dandogli la possibilità di integrarsi in questa attività con bambini e famiglie che non hanno disabilità”. Proponendo, in particolare, corsi di surf gratuiti – da tenersi presso stabilimenti del litorale laziale forniti di tutti i comfort necessari – per bambini con bisogni speciali nell’ambito di un percorso di psicomotricità innovativo ed all’insegna del divertimento.
Gli istruttori saranno, almeno per ora, quelli di Banzai Surf School – una delle più famose scuole di Surf in Italia, con sede a Santa Marinella – e le lezioni inizieranno a luglio per proseguire sino a settembre, “anche se per il prossimo anno – spiegano – vorremmo riuscire a strutturare un’attività programmata e periodica di psicomotricità incentrata sul surf”. Sono già state coinvolte nel progetto, con riscontri ampiamente positivi, realtà quali il centro malattie rare del Policlinico Gemelli, l’ospedale pediatrico Bambin Gesù e l’associazione italiana persone down.
Ma l’idea di fondo di Surf4Children va oltre, addirittura sorvolando i confini nazionali. “Per il futuro – l’idea dei responsabili – vorremmo attivare collaborazioni di volontariato sanitario e non solo in paesi poveri con possibilità di fare surf. A riguardo abbiamo già attivato la collaborazione con un villaggio della Sierra Leone, Bureh, già noto per le potenzialità surfistiche, ma che non ha centri di assistenza sanitaria di primo livello. Lì, in particolare, è stata fondata la prima Surf School Africana, il cui progetto di crescita è stato recentemente interrotto dall’epidemia di Ebola. Attiveremo quindi un centro di assistenza sanitaria di primo/secondo livello e più in generale un percorso di volontariato, apportando visite gratuite e finanziando farmaci, vaccini, antibiotici e tutto il necessario. I primi viaggi in tal senso dovrebbero partire nel primo semestre del 2016”.
Surf4Children onlus è già stata fondata – il codice fiscale 97840100586 è già attivo per il 5×1000 – ed è già avviata la collaborazione con Banzai Surf School, i cui istruttori faranno le lezioni ai bambini disabili. A breve la onlus sarà anche inserita nel circuito della giornata mondiale degli sport integrati.