Riceviamo e pubblichiamo
“Siamo di nuovo alle polemiche strumentali, ancora una volta la verità viene distorta a proprio uso e consumo, rigettiamo con forza tutte le illazioni mosse contro di noi”. Queste le parole del capogruppo Anna Rita De Alessandris in merito alle dichiarazioni del consigliere Caria sul voto contrario dei consiglieri di minoranza alla mozione avente ad oggetto la privatizzazione della gestione del servizio idrico.
“Durante il mio intervento in merito ho ricordato ai presenti che l’Università agraria non può trattare ogni volta di argomenti che esulino dalle sue competenze, considerando inoltre l’approssimarsi del referendum del 12 e 13 giugno con il quale i cittadini potranno scegliere liberamente del futuro della gestione dei servizi idrici. Presentando la dichiarazione di voto il PDL ha premesso che l’acqua in quanto fonte di vita è un bene che appartiene a tutti e che l’accesso alla stessa deve essere considerato un diritto umano e sociale inalienabile, che l’agricoltura, l’industria e la vita domestica sono strettamente legate all’uso della stessa e che il decreto Ronchi parla di piena ed esclusiva proprietà pubblica delle risorse idriche dettando però una serie di norme sui servizi pubblici locali (acqua, rifiuti,trasporti) che si sono rese necessarie per interrompere il susseguirsi di procedure di infrazioni del Consiglio d’Europa ai danni dell’Italia scattate a causa di modalità di assegnazione del servizio giudicate anomale o poco trasparenti dalla Commissione europea. Il medesimo decreto introduce l’obbligo di indire gare di appalto per tutti i servizi pubblici, non è contemplata nessuna estromissione degli operatori pubblici dal settore purché dimostrino di poter garantire una gestione efficiente, il miglior servizio al cittadino e non dovranno godere di ingiustificati vantaggi competitivi. Considerato che L’Università agraria non ha alcuna competenza in materia di gestione del servizio idrico , la mozione presentata dal consigliere Caria assume valore di esclusivo indirizzo politico per il prossimo referendum ed il nostro voto ha voluto esprimere una contrarietà a questo atteggiamento e all’ istituirsi di una consuetudine che legittimi l’Università agraria a deliberare in materie che non sono di sua competenza”.