Dodici voti favorevoli e sei contrari. Prosegue il suo iter la modifica dello Statuto dell’Università Agraria, autentico pomo della discordia all’interno della maggioranza dopo che in prima battuta il Polo dei Moderati aveva respinto l’atto.
“Caro Presidente Antonelli, il tuo incubo è finito”. Con queste parole ripetute sia prima che durante il consiglio dell’Università Agraria, iniziato con un’ora di ritardo per il lavoro di ricucitura sino all’ultimo delle segreterie politiche, il consigliere di minoranza Giovanni Guarisco ha voluto ironicamente rincuorare Antonelli. Ma Guarisco va oltre e prova a scoperchiare il vaso di Pandora spiegando per filo e per segno ciò che è accaduto in questi giorni.
Nel suo intervento si rivolge dapprima verso Leoncelli, che il Polo dei Moderati vorrebbe candidare alla Presidenza nelle imminenti elezioni: “Non si può arrivare in Paradiso a dispetto dei Santi. Non ti vogliono caro Leoncelli. Una parte del mondo politico non gradisce la tua candidatura”. Poi passa in rassegna il primo cittadino che aveva sorriso alle parole su Leoncelli, quasi ad ammettere un fondo di verità. “Gli apparati apicali del Comune non sono qui per ascoltare il sottoscritto o Antonelli, ma sono qui per vedere se Bacciardi manterrà fede agli impegni assunti o se smentirà anche se stesso”.
E proprio il vice sindaco diventa il soggetto principale del racconto quasi fiabesco di Guarisco. “A Bacciardi non interessa nulla dello statuto, ho la presunzione di leggere nel pensiero e di fare il mago questa sera, così come non interessava per nulla ad Antonelli. Bacciardi non ha capito che Antonelli ha giocato con lui come fa il gatto con il topo ed ha abboccato a pieno. Antonelli lo ha sfidato sino in fondo perché con un partito serio che difendeva l’operato del Presidente, Bacciardi lo avremmo trovato dentro la fontana. Nel disegno di Antonelli si liberavano così due posti in comune e sarebbero saltati così due anni di inattività politica. Bacciardi era la preda ma Antonelli non aveva fatto i conti con l’oste: in Comune non lo aspettavano di certo a braccia aperte. Bacciardi ora è di nuovo sotto esame e si è incartato in una maniera così intricata che per uscirne ci vogliono dei consulenti veramente bravi; caro Bacciardi, fatti aiutare da Antonelli”. Infine una stoccata anche al segretario del Pd Angelo Centini che sogghignava in platea. “Centini ride forse pensando alla figura che ha fatto come segretario non tutelando la figura del Presidente”.
Secca la replica di Bacciardi che lancia anche la candidatura di Leoncelli. “È doveroso rispondere. Guarisco ha fatto la disamina della sua vita politica. Solo lui è riuscito a farsi cacciare da tre Sindaci, lui il bagno alla fontana l’ha fatto più di una volta. Nella sua carriera ha forse sbagliato qualche passaggio politico. Anche se l’amministrazione Mazzola non ha bisogno né di Bacciardi né di Leoncelli per poter andare avanti, ha dimostrato una grande lealtà e credo che ciò abbia rafforzato questa amministrazione. Al di là dello statuto è stato messo molto sul tavolo”.
Bacciardi difende anche il suo delfino. “Su Leoncelli sono state dette tante pagliacciate politiche. Ha tutte le carte in regola per fare il Presidente”. Su queste parole alcuni amministratori del Pd lasciano l’aula in aperta polemica, anche perché sembra che nelle segrete stanze Bacciardi abbia affermato di non avere altri nomi pronti e che quella di Leoncelli è una candidatura di ripiego.