Riceviamo e pubblichiamo
“Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione Quinta, definitivamente decidendo, riunisce gli appelli principali in esame, li accoglie entrambi, respinge le censure poste a base dei terzi motivi aggiunti assorbite dal T.A.R. e riproposte in appello, respinge l’appello incidentale proposto dalla s.r.l. S.A.C.R.A. nel ricorso in appello n. 2180 del 2014 e dichiara improcedibile l’appello incidentale condizionato proposto dalla Provincia di Grosseto nel ricorso in appello n. 2599 del 2014.
Per l’effetto, in parziale riforma della sentenza di primo grado, respinge integralmente i terzi motivi aggiunti proposti dinanzi al T.A.R. dalla s.r.l. S.A.C.R.A. e la richiesta di risarcimento del danno formulata in primo grado. Compensa integralmente le spese del doppio grado di giudizio nei confronti dell’Associazione Italia Nostra Onlus e dei signori Marco Furio Colombo ed Alice Oxman. Pone in solido a carico dell’appellata s.r.l. S.A.C.R.A. le spese del doppio grado, liquidate a favore della Provincia di Grosseto nella complessiva misura € 8.000,00 (ottomila/00) ed a favore del Comune di Capalbio nella complessiva misura di € 8.000,00 (ottomila/00) oltre ai dovuti accessori di legge e alla restituzione dei contributi unificati effettivamente versati.”
Il Consiglio di Stato chiude con questo dispositivo una vicenda trascinata da alcuni anni e un contenzioso complesso tra gli enti locali, Comune di Capalbio e Provincia di Grosseto, e la società SACRA. La Provincia insieme al Comune si era opposta alla realizzazione dell’impianto a Biogas in località Origlio, nelle vicinanze del lago di Burano, programmato dalla SACRA. La società aveva presentato ricorso avverso la determina dirigenziale della Provincia, numero 126 del 15/01/2013 cdi fronte al TAR e il TAR le aveva dato ragione condannando la Provincia e il Comune a pagare alla società Sacra un risarcimento da liquidarsi sulla scorta delle perizia prodotta dalla società stessa, che evidenziavano un danno per spese di oltre settecentomila euro e mancati guadagni valutati tra i 9 e i 13 milioni di euro. Con una separata sentenza il Tar aveva respinto le accuse dei vicini e delle associazioni ambientaliste che si opponevano all’impianto (rischio di inquinamento e avvelenamento, emanazione di fumi tossici, procedure viziate) validando invece la legittimità della procedura.
Il Consiglio di Stato ribalta tutto l’impianto della sentenza del TAR e, oltre a respingere quanto affermato da SACRA, le impone il pagamento delle spese processuali. “Un ottimo risultato – commenta Emilio Bonifazi, presidente della Provincia – che conferma ancora una volta il buon operato degli uffici e delle amministrazioni pubbliche nel loro complesso e la loro capacità di agire correttamente in difesa del territorio e degli interessi collettivi.”
“La sentenza del Consiglio di Stato – afferma Luigi Bellumori, sindaco di Capalbio – ha un’importanza straordinaria. Nei principi affermati è destinata a far parte della giurisprudenza italiana. Il Consiglio analizza con lucidità e rompe il teorema su cui si basava il ricorso di SACRA al TAR in cui si definiva ingiusta o illecita l’attività delle Amministrazioni, confermando la bontà delle scelte istituzionali e la loro legittimità.”