di Stefano Tienforti
È stato l’argomento più chiacchierato nella settimana tarquiniese che ha preceduto le elezioni europee: le dimissioni di Cesare Celletti e l’eredità da consigliere 5 Stelle raccolta da Marco Dinelli hanno destato interesse anche perché ben discordanti sono apparsi i “moventi” addotti per darne spiegazione. Da una parte il consigliere uscente ha scelto il silenzio, aperto però dall’eloquente “incompatibilità con il gruppo” scritto in calce alla lettera protocollata in Comune; dall’altra la spiegazione del gruppo tarquiniese, che invece fa riferimento alla prevista turnazione degli eletti.
E ora, dopo il voto ed al riparo dal temuto rischio di strumentalizzazioni, Cesare Celletti spiega la sua versione dei fatti. E l’esordio è quanto mai deciso. “Tengo a premettere che sono sempre stato disponibile ad accettare il turnover – chiarisce – ed anzi, oltre ad essere io ad averlo proposto al tempo delle comunali, già il 2 febbraio di quest’anno ho rimesso al meet up le mie dimissioni. Ma voglio che sia altrettanto chiara una cosa: quanto accaduto nei giorni scorsi nulla ha a che fare con la turnazione. Se di turn over si fosse trattato, già da tempo una delle due persone che tennero a farmi firmare per iscritto quell’impegno morale mi avrebbe sostituito. Invece Silvia Blasi ha giustamente continuato l’impegno a cui gli elettori l’hanno chiamata in Regione, mentre Luca Cerquatelli ha rinunciato sin da subito al ruolo da consigliere. E trovo quasi grottesco che lui stesso, che ha rinnegato quel turn over ed evitato l’impegno e la responsabilità da consigliere comunale, sia stato tra coloro che hanno potuto esprimere il proprio voto sulla continuazione o meno del mio mandato”.
Dal 2 febbraio a inizio maggio sono tre mesi: che è successo nel frattempo? Perché la sostituzione avviene solo oggi?
“A dire il vero, cosa sia successo ho faticato a capirlo anche io. – la risposta di Celletti – Dopo la rinuncia di Cerquatelli sembrava non esserci un sostituto: ad un certo momento pareva addirittura dovesse subentrare uno degli eletti attorno alla decima posizione in lista! A quel punto mi è stato chiesto di rimanere, ma vista la poca chiarezza ho chiesto io che ci fosse una votazione per sancire la cosa, specificando però che a quel punto sarebbe stato sino a fine mandato. L’esito di quanto accaduto da allora è possibile leggerlo dai verbali che son già circolati on line e sui giornali: la prima votazione è stata favorevole alla mia prosecuzione, la settimana dopo ne è stata chiesta un’altra, in cui si è votato per la sostituzione”.
E cosa era cambiato da una settimana all’altra?
“La domenica in mezzo alle due deliberazioni c’è stato l’incontro pubblico preelettorale del Movimento 5 Stelle a Tarquinia, al quale ero invitato ed al quale non mi sono, volutamente, presentato. Credo quello sia il motivo del cambio di rotta”.
Assenza dovuta – secondo quanto riportato dai giornali – ad una sorta di ultimatum lanciato al gruppo regionale e scaduto senza che avessi ricevuto conferma: è vero?
“Nessun ultimatum, semplicemente una ferma richiesta di chiarimenti. Nella maniera più onesta e trasparente possibile ho chiesto un incontro alla consigliera regionale (e capogruppo del M5S, ndr) Silvana Denicolò sia su quanto di poco chiaro stava accadendo in seno al Movimento in merito ai meet up di Nepi e Civita Castellana, sia sulla vicenda della rendicontazione dei rimborsi dei consiglieri regionali stessi. Chiaro che, non avendo ricevuto alcuna risposta, ho scelto di non compiere altri atti se non quelli richiestimi dal ruolo di consigliere comunale, evitando quindi di presenziare a quell’incontro”.
Sii più chiaro: quali sono queste vicende che richiederebbero spiegazioni?
“La prima riguarda un controverso scambio di mail – spiega Celletti – in cui i consiglieri regionali esprimevano giudizi indebiti sui meet up delle cittadine interessate, sino addirittura ad arrivare a esprimere l’auspicio che alcune persone di quei gruppi non venissero elette. L’altra riguarda i rimborsi ai consiglieri regionali per i viaggi: dovrebbero esser rimborsati solo gli spostamenti necessari a raggiungere la Regione Lazio, a Roma, se compiuti con i mezzi pubblici ed eventuali viaggi istituzionali compiuti con la propria automobile; ma dalle rendicontazioni ci risulta altro”.
E pensi che questa volontà di chiarimento sia alla base del cambio d’idea del meet up sul tuo mandato?
“Beh, secondo me è evidente. E ad ogni modo non riesco ad immaginare altre motivazioni. Di certo la mia richiesta è ancora sospesa e continuerò a portarla avanti sino in fondo, come ho fatto con il mio ruolo da consigliere: mi piace ricordare anzi come, in Comune, non abbia saltato nemmeno un minuto di commissione o consiglio comunale. Anche se queste mie abitudini mi comporteranno problemi con il Movimento: in fondo, il consigliere regionale Barillari, via sms, di fronte alle mie ribadite richieste di chiarezza anteposte all’adempimento di alcuni compiti burocratici preelettorali, mi ha annunciato una comunicazione di richiamo dallo staff. Che, però, ancora non ho ricevuto”.
E tutta questa vicenda come cambia la tua opinione ed i tuoi rapporti con il Movimento 5 Stelle?
“Io nel Movimento ho creduto e continuo a crederci. – le parole di Celletti – A patto che, come ho detto ad altri attivisti che mi hanno contattato in questi giorni, in situazioni come queste dimostri di avere gli anticorpi per difendersi e mantenere la propria trasparenza e chiarezza”.