Italia-Europa-Italia: alla vigilia del voto continentale

di Marco Vallesi

arlamento-Europeo_vivisezione-umana_sperimentazione-umanaC’è un gran da fare tra gli schieramenti più in vista per la tornate elettorale che dovrà selezionare i parlamentari italiani che entreranno in quella che, almeno per una discreta parte degli abitanti del “bel paese” (circa il 48%), è la più inutile delle istituzioni che il secolo passato abbia visto nascere.

Si riempiono le piazze, quelle vere, lastricate di pietre, e quelle mediatiche, lastricate anch’esse ma dal rigurgito dell’insofferenza reciproca tra fazioni e da qualche sproloquio che tende, se possibile, ad abbassare ancor di più il livello del confronto, affossandolo verso un abisso a cui la politica tende e si abitua da troppo tempo. L’evidenza vuole che, nella bagarre, si sia ormai perso di vista il fondamento della consultazione elettorale: il suo carattere continentale.

La competizione è stata quindi rivolta all’interno, come se, da Bruxelles e da altri siti istituzionali europei, degli invisibili specchi riflettessero clamore, parole e gesta verso quegli appelli per gli equilibri da consolidare o da disarticolare, secondo le proiezioni dell’uno o dell’altro competitore, sull’imminente destino del nostro Paese. Le “europee”, perciò, saranno ridotte ad un mega-sondaggio sulla tenuta del governo Renzi o sulla messa in discussione dello stesso. Dei candidati parlamentari, del parlamento europeo e di tutto il cocuzzaro annesso sembra non fregare più niente a nessuno.

Ad oggi, la campagna elettorale – quella tradizionale, fatta di manifesti e volantini – sembra essere tramontata in quanto superata da regalie di denaro a chi, comunque, un reddito già ce l’ha (quelli che non l’hanno per niente sono, statisticamente, meno…) oppure dall’offerta di dentiere gratuite (sorriso in bocca ad imitazione di quello di chi le regala…); non manca l’ossessiva, ripetitiva recita di slogan apodittici e/o catastrofici – modello mantra – (a copione per la gioia di novelli, inconsapevoli, e forse,  giovani millenaristi…). In realtà non sarei molto interessato a tutto questo se non fosse per quei dati – quelli crudi e numerici più che le percentuali – i quali, a mio avviso, sanciranno effettivamente in quale condizione è – e sarà – il Paese da qui ai prossimi mesi.

Infatti il punto cruciale per comprendere se e con quanta efficacia l’insieme degli s-propositi lanciati dai contendenti sarà stato loro utile sarà il confronto, da lunedì prossimo, dei risultati delle europee non già con le percentuali di voto, ma con i numeri veri e propri dei voti delle politiche del 2013. Solo così, avremo un quadro chiaro e sapremo, senza alcuna ombra di dubbio, se ci sarà ancora qualcuno che potrà vantarsi di aver portato a votare gli “astensionisti” o millantare la rappresentanza, l’uno sempre più dell’altro, di tot milioni di italiani.

Sono fermamente convinto che sarà proprio questa la valutazione a cui si affideranno coloro che dovranno scrivere una nuova legge elettorale per formare un nuovo Parlamento;  con la speranza che non sia un “vomitellum”.