Riceviamo e pubblichiamo
800 ettari già convertiti in regime biologico. Quasi 300 ettari coltivati direttamente dall’Università Agraria. Oltre 500 ettari aggiudicati ai privati, previo bando pubblico. Altri 100 ettari prossimi all’assegnazione a mezzo bando pubblico. Sono gli importanti numeri dell’Università Agraria, che si pone in linea con la programmazione europea e regionale, con contratti della durata di sette anni. «Abbiamo anche incrementato l’allevamento in regime biologico, con particolare attenzione alla razza maremmana. – dichiara il vice presidente Maurizio Leoncelli – Misure che hanno l’obiettivo di tutelare i consumatori e l’ambiente e che hanno portato a un evidente miglioramento qualitativo dei terreni. La scelta compiuta dall’Ente ha incontrato l’interesse del mondo agricolo. Circa un terzo della superficie seminativa, afferente alle proprietà collettive gestite dall’Università Agraria, è oggi in regime biologico. Un processo irreversibile che guarda alla qualità più che alla quantità. In questa ottica intendiamo spingerci oltre. Non è un caso che, grazie all’impegno dell’Ente, ci sia stato un importante approfondimento sulla permacultura intesa come attività compatibile e migliorativa anche per i terreni già in biologico. La riforma della PAC e la pressoché certa introduzione delle misure riguardanti il “greening” vanno in questa direzione. Anche il nuovo PSR manterrà aiuti e contributi per i terreni biologici. Il biologico è sempre più un’opportunità, anche dal punto di vista economico. Oltre al bando sui terreni biologici, che uscirà nei prossimi giorni, è stato già deliberato quello per le quote singole, da coltivare in maniera convenzionale. Capitolo lotti: tantissimi gli agricoltori che hanno partecipato all’evidenza pubblica per quelli esistenti. Visto l’importante risultato raggiunto, un ulteriore lotto sarà creato in località Piane del Marta».