Riceviamo e pubblichiamo
Dal 22 al 27 luglio si è tenuta in Italia una visita di studio di forestali kazaki organizzata dal Corpo forestale dello Stato (CFS). Il programma del viaggio ha previsto un incontro iniziale a Roma per inquadrare la situazione forestale italiana, descrivere compiti e strutture del CFS ed illustrare soluzioni a problemi quali gli incendi boschivi e la protezione naturale. Si sono poi tenute una visita presso il Parco Nazionale del Circeo a Sabaudia (LT), un’escursione nella Riserva Naturale Statale “Saline di Tarquinia” (VT) ed una riunione di sintesi. Il viaggio si è inserito nel quadro di un grande progetto della durata di sette anni finanziato dalla Banca mondiale intitolato “Protezione forestale e rimboschimento in Kazakhstan”: esso mira a sviluppare misure efficienti ed ecocompatibili per la gestione delle foreste kazakhe e dei pascoli associati, con una particolare attenzione alle foreste di pino di Irtysh, ai fondali asciutti del lago d’Aral ed ai pascoli steppici a base di cespugli di “saxaul”.
Il Kazakhstan è un grande Paese al confine sud della Russia e confinante anche con la Cina ed altre repubbliche dell’Asia centrale. Indipendente dal 1990 dall’Unione Sovietica, è vasto circa 272 milioni di ettari – quasi dieci volte più dell’Italia – con una popolazione di appena sedici milioni di abitanti. A causa delle condizioni climatiche estreme (buona parte del Paese è arido, improduttivo o montuoso) ed anche a seguito di intense opere di deforestazione e di distruzione del territorio la superficie forestale è assai ridotta, pari a circa il 4% del territorio (in Italia è superiore al 30%): si tratta di circa 11 milioni di ettari di boschi – molti radi, degradati o steppici – presenti soprattutto su colline e montagne del nord o lungo fiumi quali il Syr Darya che attraversano le zone aride del sud. Oltre 300.000 persone dipendono direttamente dal settore forestale e circa 2,5 milioni ne utilizzano i molteplici prodotti. Le foreste kazakhe sono, inoltre, una risorsa indispensabile per la trattenuta di suolo e sabbie, la difesa da vento ed erosione ed il mantenimento delle risorse idriche.
Il Kazakhstan presenta molti dei problemi ambientali tipici delle Repubbliche ex-sovietiche. Coltivazioni agricole ed allevamento realizzati in maniera non sostenibile, depositi di rifiuti tossici e sostanze chimiche derivati da produzioni industriali pesanti, danni da estrazione di petrolio e da test nucleari hanno trasformato in aree improduttive ampie porzioni di territorio quali i quasi tre milioni di ettari derivati dal prosciugamento del lago d’Aral. Le foreste stesse continuano ad essere minacciate dall’aridità del clima, da eccessivo pascolo e raccolta di legname oltre che dagli incendi, tanto che la loro estensione si è considerevolmente ridotta nel corso degli ultimi anni.
La delegazione kazaka era composta da sette esperti, rappresentati da funzionari di alto livello provenienti da vari uffici del Comitato Foreste e Caccia del Ministero dell’Ambiente kazako, equivalente al CFS, e da consulenti del progetto forestale della Banca mondiale. Il viaggio mirava a far acquisire al gruppo conoscenze ed esperienze pratiche soprattutto su protezione, conservazione e rigenerazione forestale, sul recupero forestale anche tramite piantagioni a rapida crescita e sulla gestione degli incendi boschivi, ivi compresa informazione e comunicazione.
La visita presso la Riserva Naturale Statale “Saline di Tarquinia”, istituita nel 1980 e gestita dal Corpo forestale dello Stato, ha permesso alla delegazione di apprendere come su un sito ex industriale prima utilizzato per la produzione del sale sia stata creata un’area protetta di rilevanza statale ed europea e contenente una ricca e particolare biodiversità animale e vegetale. La delegazione è stata accolta e guidata dai responsabili CFS della Riserva, Dott.ssa Lorenza Colletti e Comandante Decimo Rosi, che hanno anche porto i saluti del sindaco di Tarquinia. Nel corso della giornata gli esperti hanno potuto vedere quanto ivi realizzato dal CFS, in particolare le misure di protezione naturale, le opere di bonifica, recupero e rinverdimento delle aree retrodunali e la realizzazione di sentieri ed infrastrutture aventi valenza didattica. I partecipanti hanno mostrato soddisfazione per la visita, in particolare per quel che riguarda gli effetti benefici sulla qualità ambientale delle opere di tutela e forestazione realizzate in una Riserva avente problematiche di partenza affini a quelle di varie zone degradate kazakhe e che possono essere replicate in patria.