(s.t.) Un’interrogazione parlamentare a risposta scritta per restituire a Vulci – ed in generale agli appassionati di arte – gli affreschi della Tomba François. È quanto presentato al Ministro per i Beni e le Attività culturali dal deputato del Movimento 5 Stelle Massimiliano Bernini, che chiede lumi in merito ad una vicenda che, ormai, si protrae da anni tra polemiche e sentenze: un’iniziativa stimolata dal M5S di Canino, nell’intento di lavorare per il sostegno e lo sviluppo di un territorio fortemente legato alle risorse culturali.
Gli affreschi della Tomba – rinvenuta nel 1857, all’interno della necropoli di Vulci, dall’archeologo e Commissario regio di marina del Granducato di Toscana, Alessandro François – furono fatti staccare poco dopo la scoperta dalle pareti d’origine dai Torlonia, allora proprietari del fondo, e furono trasportati a Roma, in una delle sedi della famiglia: un atto legittimo per le regole dell’epoca, che permettevano ai proprietari dei terreni di venire in possesso di ciò che si trovava nel sottosuolo.
“I preziosi reperti – recita l’interrogazione firmata da Bernini – non sono mai stati liberamente fruibili al pubblico (se si esclude la mostra presso il castello di Vulci per alcuni mesi del 2004) e alla comunità scientifica. Quel che è peggio, sono stati conservati in maniera indecorosa in un magazzino seminterrato esposti alla luce a alla polvere”.
Tanto che, come ricorda il testo stesso, una sentenza della Corte di Cassazione (n. 2284, Sez. III penale del 27 aprile 1979) censurava il comportamento dei Torlonia in merito alla conservazione degli affreschi e di tutta la collezione d’arte, concludendo che “un simile tesoro d’arte va difeso con la rigorosa applicazione delle leggi” e che “ il privato che abbia disperso o distrutto una cosa artisticamente protetta, e che non sia quindi suscettibile di riduzione in pristino, è condannato al pagamento in favore dello Stato di una somma pari al valore della cosa perduta o della diminuzione di valore subìta per effetto del suo comportamento”.
“Tale sentenza – continua Bernini – è rimasta incredibilmente inapplicata e ci risulta che gli affreschi giacciono ancora oggi ammassati insieme ad altre opere d’arte nello stesso seminterrato. Eppure il codice dei Beni culturali e del Paesaggio (D. lgs 22 gennaio 2004, n. 42) all’art. 20 comma 1 stabilisce che “I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.
“Gli affreschi della tomba François appartengono idealmente alla comunità di Canino – conclude il deputato M5S – e il loro trasferimento ed esposizione nei luoghi d’origine costituirebbe un grande volano per lo sviluppo del turismo del territorio. Si chiede perciò al Ministro se intenda finalmente dare applicazione alla succitata sentenza di Cassazione e alle leggi vigenti in materia di beni culturali e si chiede inoltre quali altre iniziative intenda assumere per mettere a disposizione del pubblico questi beni di grande bellezza e straordinario valore culturale”.