La vittoria di questi ragazzi nell’ultima giornata e la conseguente conquista del titolo nel campionato giovanissimi provinciali contro i pur bravi pari età del Valentano appare quasi una formalità, poiché la falange di Mister Livio Morelli, coadiuvato dal suo collaboratore Marco Menegaldo, impiega appena una ventina di minuti per segnare quattro volte e con il trascorrere di un’altra manciata di minuti, arrotonda pesantemente il risultato con un indiscutibile sette a zero. Non è questo che colpisce.
Diverte e sorprende lo spirito di gruppo e l’ordine mentale con il quale Simone Menegaldo, Daniel De Alexandris, Kevin Capoccia, Filippo Palumbo, Alessandro Rosati, Marco Suriano, Davide Legni, Matteo Pestelli, Federico Ventolini, Mauro Canestro, Gianluca Manglaviti, Ken Frederik Tenorio, Giorgio Linguani, Cristian Iodice, Matteo Sciarra, Besir Suljemani, Giordano Buzzi ed Emanuele Biffaroni affrontano la gara. Si vede che hanno capito benissimo i meccanismi del gioco del calcio e che sono in grado di applicarne regole e principi in modo naturale e istintivo. Si vede che si divertono e che hanno imparato ad aiutarsi l’un l’altro. Il risultato è un gioco esteticamente bello a vedersi, che ti fa trascorrere piacevolmente i settanta minuti (più recupero) della partita. Sono campioni. Di umiltà e di modestia, di serenità e sportività. Pochi falli, nessun intervento cattivo o “isterico”, una competizione vera, dal primo all’ultimo minuto.
Giustamente la società è orgogliosa. Mister Morelli quasi si defila, con la discrezione soddisfatta di chi è fiero del proprio lavoro, per fare in modo che siano i ragazzi i veri protagonisti della festa; il Presidente del settore giovanile Massimiliano Coluccio, dopo essersi beccato il gavettone cerimoniale, riesce solo a dire: “È una gioia autentica”. Un plotone di madri in assetto di “guerra”, divisa di ordinanza, armate di bottiglie di aranciata e di panini, completa il pittoresco e vociante quadro di immagine. Mentre me ne andavo, mi veniva da sorridere, perché ancora sentivo dalla strada le grida ed i suoni tipici di una festa. Cos’altro dovrebbe essere il gioco del calcio, se non questo.