Università Agraria: dal bilancio partecipato le prime indicazioni

Riceviamo e pubblichiamo

Giovanni Battista Agate, assessore dell'Università Agraria di TarquiniaOltre ogni aspettativa, il bilancio partecipato messo in campo dall’Università Agraria di Tarquinia incontra il favore degli utenti dimostrandosi strumento utile ed efficace di coinvolgimento popolare.

“Oltre cento le schede pervenute – spiega soddisfatto l’Assessore al Bilancio Giovanni Battista Agate tutte con indicazioni serie e opportune che saranno utilissimo indicatore per la stesura del Bilancio dell’Università Agraria di Tarquinia. In un momento di tagli selvaggi ed indiscriminati verso gli Enti pubblici occorre ponderare le scelte. Coinvolgere appare l’unica via per garantire risultati condivisi e la massima trasparenza. Emerge tra le indicazioni giunte un ruolo vivo che ormai la Città riconosce all’Università Agraria. La gente vuole un Ente attivo presente nella comunità cittadina, parte viva dell’intera collettività”.

“Nelle indicazioni – prosegue Agate – si toccano tematiche disparate, dall’ambiente alla tutela del patrimonio, dal turismo all’agricoltura, con istanze approfondite e mai polemiche. Tra le materie più trattate il progetto volto alla produzione del latte d’asina a scopi pediatrici, numerosi i consigli ed unanime il consenso, segno evidente che l’amministrazione ha saputo intercettare un tema di interesse.  Altre tematiche particolarmente sentite le modalità di godimento delle aree boschive e la loro tutela. In campo agricolo forte la spinta a continuare sull’accorpamento di terreno per garantire appezzamenti utili ai veri agricoltori, da gestire con contratti lunghi e garantiti. Forte anche la spinta alla tutela della Civita, con percorsi delineati e la possibilità di goderne le variegate potenzialità”.

“Di sicuro interesse – conclude – anche l’attenzione dimostrata verso la questione ICI. In via generale si richiede all’Università Agraria di garantire che questo tributo sia a carico non di tutti ma di chi effettivamente gestisce i terreni, così come è sorprendente la spinta ad accorpare i terreni dell’Ente al fine di razionalizzare costi e tutela”.