Lettere al Direttore: “Riflessioni di un ateo”

Riceviamo e pubblichiamo

Joseph Aloisius RatzingerIl Papa ha socchiuso la porta e se ne è andato. Il gesto non poteva esser più discreto, l’uso del latino costituisce segnale chiarissimo di riserbo e tuttavia, il fragore di quella porta socchiusa echeggia in tutte le coscienze del mondo. Un gesto di rottura con la “continuità secolare”, che porta in se il germe di una rivoluzione dello spirito. Subito i soliti teorici dell’ascetismo, quello degli altri, hanno evocato l’immagine di Giovanni Paolo II e del suo sacrificio estremo, ma ognuno ha il diritto di lottare con le armi che ha.

E nel mondo della Chiesa, l’abbandono ha un forte senso di rivoluzione. Le ultime parole di Cristo sulla croce non contenevano una domanda cruciale, che attende ancora una risposta? (Egli chiedeva al Padre perché lo avesse abbandonato: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?” .) La debolezza umana c’entra poco, nel gesto e nei fatti che lo hanno cagionato; qualsiasi uomo, che ne abbia le doti, per quanto debole possa essere, se sostenuto, aiutato, protetto, può adempiere ad un compito magistrale, non importa quanto alto esso sia. Ma l’attuale Vaticano è lo specchio dell’attuale società, specie quella italiana. Il sostegno e la protezione, non c’erano. Il prevalere di egoismi e lotte intestine su più alti ideali, ha reso la scelta di un Papa sereno, ineluttabile.

Questa Rivoluzione serena, ancora una volta, come tante altre volte nella storia della Chiesa, è davvero cominciata, ma bisognerebbe far presto. Fino a quando il fragore di questa porta socchiusa turberà le coscienze, avrà un valore, ma se le acque torneranno ad essere ferme, tutto sarà stato vano. Per questo è necessario parlarne.

Noi atei, che abbiamo bisogno di una Chiesa coraggiosa e moderna, da lontano, possiamo solo sperare che il crocevia della storia che si è rivelato improvvisamente, possa rigenerare la spiritualità soffocata dal potere.

Quanto ai cattolici, se da questo episodio (in fondo, come tale sarà ricordato) trarranno la forza di rimettere in discussione il loro modo di stare fra la gente, se ne trarranno spunto per allontanarsi dalla politica e dal potere come ha fatto il Capo della loro Chiesa, scrivendo un’omelia molto trasparente, fatta di un solo gesto, allora potranno contribuire a costruire una Chiesa di tutti, con tutti.

Un Ateo
(Lettera firmata)