Riceviamo e pubblichiamo
La vicenda delle “nuove isole pedonali”, recentemente istituite per volontà dell’assessore Ranucci, sta assumendo i toni di una farsa di cui, la città di Tarquinia, in tempi di crisi, non sente davvero il bisogno.
Dell’atteggiamento refrattario di Ranucci alle critiche che gli vengono rivolte conosciamo ampi ed innumerevoli esempi. Dei suoi modi di esternarlo ne sono prove inconfutabili le velenose tracce sulla carta stampata e sul suo profilo Facebook , soprattutto quando, pur di non ammettere o riconoscere semplicemente i propri errori, nega, glissa e, al limite dell’infantilismo, la “butta in cagnara”; per questo nessuno si stupisce più; per questo e molto altro ho sottoscritto, insieme ad altri rappresentanti dell’opposizione, una mozione di sfiducia nei suoi confronti.
Tuttavia, leggendo nelle pagine locali del “Corriere di Viterbo” di una “raccolta firme” a sostegno del provvedimento ranucciano (raccolta che andrebbe a sommarsi al malcelato anonimato di quel “Gruppo Commercianti del Centro Storico” – sottoscrittori di un iperbolico manifesto di ringraziamento rivolto all’amministrazione -), resto basito nell’osservare come, a fronte di un atto amministrativo, fatto e conclamato con la integrale chiusura al traffico di piazza Matteotti e via Garibaldi, i componenti della maggioranza consiliare non siano intervenuti per evitare che la “furia amministrativa” di Ranucci e sodali vada a creare frizioni e fazioni tra la cittadinanza per un problema che, se si voleva affrontare con la dovuta partecipazione e progressività, poteva essere concertato per tempo e in forme più attenuate e graduali, principalmente, con i residenti e i gestori delle attività produttive della zona storica.
I gestori delle attività presenti nel centro storico che hanno “invaso” pochi giorni fa la sala consiliare del Comune di Tarquinia erano un centinaio circa; erano lì per protestare contro la perentorietà del provvedimento, per chiedere ragione del loro futuro e dell’ulteriore incertezza che certe misure sembrano presagire. Da quanto mi risulta, tra artigiani e commercianti, più gestori di servizi privati vari, nel centro storico si contano, ormai, poco più di cento unità. Mi chiedo come sia possibile ignorarli e procedere cercando firme per arginare o, peggio, contrastare le loro legittime istanze; mi chiedo anche dove, come e di chi siano queste firme raccolte e se chi firma è anche pronto ad assumersi la responsabilità di aver condiviso – speriamo di no – una sorta di “decreto di chiusura” di qualche attività con gli eventuali annessi problemi economici e lavorativi.
Voglio sperare che i consiglieri di maggioranza, quelli dotati di buon senso e non affetti da faziosa sordità, si rendano conto delle effettive difficoltà che si sono venute a creare per le attività produttive del centro e che si attivino presso la giunta riuscendo a mitigare una contrapposizione che non fa bene a nessuno, né alla Città in quanto comunità né alla politica come servizio.
Cesare Celletti
Consigliere capogruppo Movimento 5 stelle