Lettere al Direttore: “Il ricordo della Seconda Guerra Mondiale” in una poesia

Riceviamo da Francesco Micocci e pubblichiamo

Con vero piacere comunico che una poesia di un nostro concittadino, Cesare Aloisi, ha superato i nostri confini per portare il suo messaggio di pace in Paesi lontani. Si tratta della poesia in dialetto romanesco “La seconna guerra mondiale – Io c’ero”. La sua lirica ha avuto la fortuna di trovare l’attenzione della prof.ssa Patrizia Piredda ed ottenere l’apprezzamento della rivista internazionale Close Encounter in War dedicata alle poesie. Tale rivista, di cui la professoressa è autorevole editrice, divulga nel mondo il desiderio della pace, raccogliendo testimonianze liriche sugli orrori della guerra. La poesia è stata pubblicata, oltre che nell’originale romanesco, anche in lingua inglese, la più diffusa nel mondo, atta a garantirne la massima divulgazione. Considero un vero privilegio riportare quanto pubblicato dal suddetto magazine on line.

Close encounters in war: Poetry
2ND FEB 2021 CLOSE ENCOUNTERS IN WAR JOURNAL
We present in this section a collection of poetical contributions that explore the topic of the close encounter in war.
Cesare Aloisi: “The Second World War (I Was There…”). “Seconna guera mondiale (io c’ero…)” (March 3, 2025)

“THE SECOND WORLD WAR (I Was There…)”
By Cesare Aloisi

An abomination that takes your breath away.
What does it take to forget that war
and let that past get out of my head?
All the world reduced to an ammo-dump
every piece of ground turned into a swamp…
and lo’… the storm is still ahead!
The terror endured on such a distant
day is a stubborn nightmare that comes again to stay.

My heart sinks at the sight
of the filth that bursts out
when love is torn apart
by cruelty and wickedness.
And the horror keeps creeping endless.
God knows when we will start
to stand up and fight
for peace and liberty, pillars of right.
(translated by G. Cinelli)

1 – Born in Civitavecchia (near Rome) in 1934, Cesare has been living in Tarquinia since 1960. He received an MA in Arts and worked as a teacher of Literature and History. He is author of poetry, theatrical texts, and folk songs. Cesare published the heroic-comic poem Etruskiade in 2000, from which he later derived the musical “Il sole dietro l’orizzonte – Gli Etruschi secondo Erodoto”. Close Encounters in War Journal – Stories and Poems of Close Encounters in War Poetry 1

SECONNA GUERA MONDIALE (Io c’ero…)
Poesia di Cesare Aloisi (18-12-2024)

Un abbominio… che te leva er fiato.
Come se fa a scordasse quela guera;
cancellà da la mente quer passato?…
Tutto er monno ridotto in porveriera;
ogni angolo de tera devastato…
Er fatto è… che nun molla ‘sta bufera!
Er terore vissuto a quell’età
è ‘n incubo che intigna a riciccià.

Quanno ce penso me se strigne er còre:
quanto squallore, quanta crudeltà
sbotta fora ‘gni vorta che l’amore
è stracciato da la marvagità!
E s’aripete… sempre… quell’orore.
Chissà quann’è che l’omo capirà
che pace e libertà sò fonnamenti
da difenne!… Coll’ogna e co li denti!

Cesare mi riferisce che la sua poesia è nata dalle emozioni che la seconda guerra mondiale ancora gli suscita. Furono terribili anni di guerra quelli vissuti nella sua infanzia, in particolare dai nove agli undici anni. In quel periodo ha conosciuto i bombardamenti della città in cui viveva, Civitavecchia; ha sofferto la fame durante lo sfollamento nella vicina Tolfa (tre famiglie in un angusto granaio per due anni); ha assistito agli orribili rastrellamenti da parte delle truppe naziste; ha trepidato per la sorte del fratello Enzo, che, fatto prigioniero in seguito a quel maledetto (nefasto) armistizio dell’8 settembre del 1943, era stato confinato per due anni in un campo di concentramento tedesco ; ha conosciuto i lutti della guerra civile; ha assistito ai frequenti rastrellamenti; ha pianto la perdita di tanti cari amici rimasti uccisi sotto le bombe, o saltati in aria perfino a pace avvenuta, per aver calpestato una mina. Finita la guerra, il ritorno a Civitavecchia gli riservava una terribile sorpresa: la sua casa, in un palazzo di tre piani, era un ammasso di macerie. La sua famiglia si era salvata grazie all’intuito di suo padre Giulio, che l’aveva fatta trasferire a Tolfa nel marzo 1943, appena due mesi prima, caricando, su un carretto trainato da un asino, qualche suppellettile, alcune coperte, e articoli di vestiario.

Aloisi aveva conosciuto l’impegno della redattrice nel corso dello spettacolo “Memorie In Bilico” da me organizzato sul tema dell’Alzheimer lo scorso febbraio (“Musica ed emozioni parlando di Alzheimer”). È per me motivo di intima soddisfazione essere stato utile mediatore ed essermi attivato ad inoltrare la poesia alla prof.ssa Piredda, altamente qualificata redattrice, la quale ne ha subito compreso il valore lirico ed umano..

Alcuni giorni fa avevo ricevuto la comunicazione dell’avvenuta pubblicazione: «Caro Francesco, spero di trovarti bene. Ti scrivo per comunicarti che oggi abbiamo pubblicato la poesia di Cesare Aloisi con accanto la traduzione in inglese di Gianluca Cinelli.

Questa è la sessione del sito della rivista Close Encounter in War dedicata alle poesie. Cliccando sopra il link della poesia di Cesare si può leggere il testo e anche scaricarlo. Ringrazia di cuore Cesare e fate circolare la pubblicazione dove e quanto volete. A presto e buona giornata, Patrizia (Prof. Piredda).»

Questa brillante notizia l’avevo subito comunicata a Cesare, che mi rispondeva: «Ciao Francesco, è stata terribilmente straordinaria l’emozione che ho provato nel ricevere la notizia, e successivamente leggere la mia poesia tradotta in una meravigliosa, raffinata pagina lirica in lingua inglese. Non so come ringraziarti per la tua affettuosa sollecitudine. La farò circolare molto volentieri sui media e sui quotidiani on line. Ti prego di esprimere la mia gratitudine alla editrice, prof.ssa Patrizia Piredda, per avere apprezzato e pubblicato in lingua inglese la mia poesia sulla rinomata rivista internazionale. Complimenti vivissimi anche al traduttore Gianluca Cinelli, che ha saputo con grande perizia interpretare e trasferire in lingua inglese le emozioni che rivivo ancora, ascoltando la cronaca delle guerre tuttora in corso. Ricevi il mio fraterno abbraccio, Cesare.»

Auguro a Cesare tanta fortuna ed il raggiungimento di ulteriori soddisfazioni letterarie.

Francesco Micocci