

Riceviamo da Renato Bacciardi e pubblichiamo
In seguito al gradito annuncio, pubblicato giorni fa su lextra.news, della mostra personale di Marco Ferri al MART (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto), inaugurata il 7 marzo 2025, ho voluto complimentarmi con Marco, a cui sono legato oltre che dalla stima per il suo lavoro anche da una datata amicizia, invitandolo a ritornare a Rovereto insieme per una visita al museo. Non è stato possibile andare per alcune comprensibili ragioni espresse da Marco.
La mia richiesta, insistente in verità, per la presenza della sua persona nasceva dalla sorpresa che ho provato nel vedere alcune foto e dei video che lo stesso Marco mi aveva inviato dal MART mentre era lì per seguire l’allestimento della sua mostra.
È da sapere che al MART, da quattro mesi a questa parte e, precisamente, sino al 16 marzo prossimo è aperta un’altra mostra che vede la nostra Città tra i protagonisti dell’esposizione: “Etruschi del Novecento”. Sono raccolti in questa splendida rassegna numerosissimi reperti etruschi originali affiancati da opere di artisti del ‘900 chiaramente ispirate alle forme e all’arte etrusca. Tra gli artisti figurano nomi come Massimo Campigli, Marino Marini, Arturo Martini, Alberto e Diego Giacometti, Pablo Picasso, Michelangelo Pistoletto, Gio Ponti, Mario Schifano, Gino Severini, Sebastian Matta e altri ancora.
Stante la grandissima levatura di questa mostra nel suo insieme, ivi compresi ideatori, curatori e allestitori, non si può non osservare come l’immagine della nostra Città sia esaltata in un luogo tanto bello quanto lontano dalle nostre latitudini.
Se si volesse mettere ordine con un elenco di punti che qualificano Tarquinia al MART, si dovrebbe partire, innanzi tutto, dalla presenza voluta e selezionata di Marco Ferri in quanto artista di caratura così alta da guadagnarsi uno spazio personale in un posto tanto prestigioso, poi, a seguire l’altra mostra: l’enorme riproduzione della Tomba dei Leopardi che campeggia nel salone centrale della mostra “Etruschi del Novecento”; la presenza di opere di Matta su cui, per notorietà, non mi dilungherò troppo; “La chimera” opera di Mario Schifano presentata a palazzo Vitelleschi agli inizi degli anni ‘90 a cura di Ernesto D’Orsi; i taccuini di Gio Ponti nei quali sono presenti disegni in forma di appunti di oggetti ceramici museali; un video in mostra, tratto dalla “La Settimana INCOM” dell’Istituto Luce titolato “Visita al Museo di Tarquinia”; opere di Andy Wharol tratte, esplicitamente, dalla Tomba delle Leonesse; alcuni reperti originali prestati dal Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia.
Per tutto questo è nelle mie intenzioni, come operatore turistico, inviare a breve un sentito ringraziamento alla Direzione del MART per quanto, indirettamente o direttamente, come testimoniato dalle migliaia e migliaia di visitatori delle varie mostre, Tarquinia abbia potuto ricevere in termini di visibilità.
Concludo con una chiosa politica, stavolta in qualità di consigliere di minoranza del comune di Tarquinia: è possibile che l’attuale amministrazione non abbia saputo nulla di quanto era in programma al MART visto che in nessuna, ripeto nessuna, pagina ufficiale o ufficiosa, on line o cartacea è stato possibile leggere una parola su tali eventi che ci riguardano? Oppure, pur sapendo, non ha voluto dar rilevanza né al successo di Marco Ferri e, ancor meno, ad un evento che, loro malgrado, porta la Città agli onori di una cronaca positiva e promozionale?
Chi può spiegare tale assenza e indifferenza? Il signor sindaco ritiene ancora utile trattenere a sé le deleghe alla Cultura e al Turismo? E se sì, perché? Per essere ancora un fantasma surclassato dai trentini molto più attenti alla cultura della nostra Città?


