Scorie nucleari nella Tuscia, da Tarquinia la presa di posizione del PCI

Riceviamo da Nicola Parrino, Segretario PCI Tarquinia, e pubblichiamo

Il 13 dicembre 2023 è stata pubblicata la nuova Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) con l’obiettivo di individuare i siti più “appropriati” per ospitare il deposito nazionale dei rifiuti nucleari in Italia. La Cnai individua 51 siti, di cui 21 nel Lazio, di questi 14 nella Tuscia, i comuni interessati sono: Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano.

“La Tuscia ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italiano, le centrali a Montalto di Castro e quella a carbone di Civitavecchia, poi a Tarquinia abbiamo delle servitù militari sul nostro territorio. Con forza dobbiamo respingere questo ennesimo attacco, noi della provincia di Viterbo dobbiamo come sempre respingere questi attacchi e continueremo a farlo con tutte le nostre forze che abbiamo, vogliono fare della Tuscia una pattumiera nucleare, con un danno irreversibile, noi abbiamo una propria vocazione turistica. Abbiamo svolto un referendum nel 2011 con un’affluenza massiccia, in mondo chiaro e netto con oltre il 97 per cento dei voti il no all’energia nucleare ed al deposito di scorie. Uno Stato che non ascolta la nostra voce, ad un Governo che manca di rispetto a un intero popolo, sordo alle nostre legittime richieste ma sempre pronto a imporre pesanti fardelli, diciamo fin d’ora, che metteremo in campo ogni forma democratica di mobilitazione istituzionale e popolare, coinvolgendo enti locali, associazioni e movimenti, corpi sociali, istituti culturali e scientifici per contrastare questa decisione e preservare la nostra Terra da questo ennesimo oltraggio.

Noi comunisti siamo d’accordo con le amministrazioni del Comune di Tarquinia e l’amministrazione dell’Agraria di Tarquinia con dire con forza no alle scorie nucleari. Il territorio della Tuscia, hanno già subito troppe devastazioni ambientali, pagate con le vite di ignare persone. Questo martoriato territorio continua a subire la sottomissione dello Stato italiano al privato, che come è chiaro mira alla distruzione di aree naturali protette in nome del profitto capitalistico e garantite dal malaffare, hanno contribuito a disastri ambientali, e si batte per la tutela ambientale sul territorio, come la nazionalizzazione di aree di interesse ambientale presenti su di esso. Diciamo no indignati all’ennesimo sfregio. Non siamo una pattumiera e siamo pronti ad una mobilitazione, con le dovute interrogazioni alle Istituzioni preposte qualora lo si ritenesse necessario”.