Pneumatici per veicoli elettrici: cosa cambia rispetto a quelli tradizionali

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Il mercato degli pneumatici di ricambio per auto e moto attraversa una fase contraddistinta da molti cambiamenti; all’orizzonte c’è l’entrata in vigore del nuovo Regolamento Euro 7, che imporrà limiti precisi (non ancora definiti) alle emissioni di particolato dovute all’abrasione. In termini pratici, ciò implica che i costruttori dovranno sviluppare gomme più resistenti all’usura. Dal punto di vista commerciale, invece, l’evoluzione della mobilità pubblica e privata, con la progressiva diffusione dei veicoli elettrici, è destinata a rendere ancora più variegata l’offerta merceologica rivota ad un pubblico di consumatori le cui abitudini di consumo stanno cambiando in maniera significativa.

Uno degli aspetti che contraddistingue il settore degli pneumatici, infatti, è la crescita dell’e-commerce di settore: gli automobilisti non si affidano più solo al gommista di fiducia, ma cercano online alternative potenzialmente vantaggiose dal punto di vista economico. Grazie a siti specializzati come EuroimportPneumatici, ad esempio, è possibile accedere ad un ampio catalogo di prodotti, individuando l’opzione che meglio si addice alle proprie esigenze. Verosimilmente, nei prossimi anni, aumenterà la disponibilità di pneumatici per veicoli elettrici; questi differiscono da quelli destinati ad equipaggiare le auto a motore termico e rappresentano un segmento di prodotto a sé stante. Di seguito, vediamo perché.

Gomme diverse per auto diverse

Perché gli pneumatici per i veicoli elettrici sono diversi da quelli per i veicoli a motore termico? Semplice, perché i due sistemi di propulsione funzionano in modo diverso, e determinano dinamiche di guida differenti.

I mezzi dotati di un power train elettrico sono tendenzialmente più pesanti, principalmente per via delle batterie necessarie all’alimentazione del veicolo. In aggiunta, un motore elettrico eroga quasi subito tutta la coppia che è in grado di sviluppare, a differenza di un propulsore endotermico, che presenta una curva di erogazione progressiva (peraltro diversa a seconda del tipo di carburante). Di conseguenza, gli pneumatici dei veicoli elettrici sono sottoposti a maggiori sollecitazioni: mezzi più pesanti hanno spazi di frenata maggiori mentre l’erogazione istantanea della coppia espone il battistrada ad un processo di usura più rapido.

Caratteristiche degli pneumatici per veicoli elettrici

Le gomme destinate esclusivamente ai mezzi a trazione elettrica sono progettate ponendo maggiore attenzione ad alcuni aspetti; uno di questi è la resistenza al rotolamento. I produttori tendono a sviluppare soluzioni in grado di ridurre l’incidenza di tale parametro, poiché uno pneumatico meno resistente al rotolamento permette al veicolo di consumare meno energia e, di riflesso, garantire un’autonomia di guida maggiore. Per raggiungere tale obiettivo, è necessaria una mescola equilibrata (non troppo morbida né eccessivamente ‘dura’) che contenga la giusta quantità di silice; in aggiunta, alcune aziende puntano sulla riduzione del peso dello pneumatico così da ridurre il dispendio energetico del veicolo.

Al contempo, per contenere l’estensione dello spazio di frenata dei veicoli elettrici, gli pneumatici devono essere contraddistinti da un ottimo grip; anche in tal caso, la composizione della mescola gioca un ruolo chiave: tramite specifici additivi, i produttori sono in grado di ottenere una gomma con elevate capacità frenanti, anche per i veicoli più pesanti. In realtà, aderenza e tenuta di strada sono cruciali anche in altre situazioni di guida, soprattutto l’accelerazione e le sterzate.

A differenza dei motori a combustione interna, i power train elettrici sono estremamente silenziosi; l’assenza di cinghie, pistoni e altre componenti meccaniche, infatti, rende praticamente nulle le emissioni sonore. Anche questo aspetto influenza la progettazione degli pneumatici. Il motivo è semplice, ovvero la necessità di ridurre al minimo il rumore dovuto al rotolamento, a prescindere dalla velocità e dalle condizioni del fondo stradale. A tale scopo, i produttori non intervengono soltanto sulla mescola, ma applicano appositi pattern alla tassellatura del battistrada.