(s.t.) Ci sono giocatori che del Memorial hanno fatto la storia; nomi che, alla fine, la sera del 29 luglio li ritrovi quasi sempre sul campo della Lanterna, a giocarsi il titolo o ad omaggiare il torneo disputandosi il terzo posto. Ci sono giocatori che, di serate come quella di ieri, al pubblico ne hanno regalate a iosa in questi anni, e di cui gli “storici” affezionati del torneo ricordano risultati, giocate ed episodi.
Marco Mazzacane, Massimo Marzi, William Battellocchi, Gianluca Ara, Fabio Perugini, Delio Piras, Sandro Bonfranceschi, Gino Benedetti, Amos Marrozzi, Marco Bellucci, Roberto Blasi, Gigi Moncelsi sono alcuni, tra questi, che ieri erano in campo. Ed altri se ne potrebbero aggiungere, di nomi, tra quelli che quest’anno han dovuto lasciare anzitempo il torneo.
Eppoi ci sono giocatori giovani, vent’anni o poco più (o poco meno), che dietro la guida dei più “grandi” e con l’estro e l’energia della loro età stanno ricavandosi spazi sempre più luminosi sul campo, coprendo partita dopo partita il valore tutto speciale che questo torneo ha nel cuore di chi Fabrizio ha avuto il piacere di conoscerlo.
Andrea Elisei, Luca Forieri, Simone Martelli, Gianmarco Sabbatini, Riccardo Piras sono stati protagonisti di questo torneo, come altri loro coetanei lo sono stati negli ultimi anni. Alcuni di loro in campo nei momenti decisivi, sintomo di un cambio generazionale non solo nelle gambe, ma anche nelle “teste” di chi gioca il Memorial.
E infine c’è un caso particolare, quello di un’eredità diretta: chi da sempre segue il Memorial, ieri sera, durante l’infinita rigorata che ha portato in finale Pippaccio, ha visto andare sul dischetto una maglia arancio blu con un numero familiare, quello che in tutti questi anni era sulle spalle di Massimo Cacio. Solo che, ad indossarla, era suo nipote, Andrea Mariani, sedici anni e tutta la responsabilità di un rigore decisivo. Il gol che regala l’ennesima finale a Pippaccio&Pietruccio porta la sua firma, ed è l’ideale legame tra il Memorial che è stato e continuerà ad essere – quello animato, giocato e vissuto dagli amici di Fabrizio – e quello che dovrà essere, con le nuove leve che sentano “attraverso” i compagni di squadra come questo torneo sia qualcosa di diverso da una competizione qualsiasi.
È questa la sintesi emozionale delle due semifinali che lanciano Pippaccio&Pietruccio ed Il Ditirambo alla finalissima di domenica sera; la cronaca tecnica, invece, è un’impresa quasi impossibile, tali e tante sono state le emozioni ed i ribaltamenti di fronte nei due match.
Contro Magicar, gli uomini di Pippo Cannucci giocano un primo tempo di concentrazione totale: guidati da un Bonfranceschi grintosissimo e dall’esperienza di Ara e Bellucci, in venticinque minuti trovano due gol (Bonfranceschi e Martelli) e vari legni, oltre a qualche bella risposta di Alessio Fattori. Nella ripresa, però, Magicar ha un altro ritmo e parte alla carica: una prima svolta al match la si ha, perciò, quando Alessio Fattori salva di piede su Bonfranceschi, evitando uno 0-3 che sarebbe stato forse fatale. Lì parte la rimonta, con Pippaccio che perde compattezza e Magicar che in meno di dieci minuti ribalta tutto: 3 a 2, guidata da un grande Giorgi (un gol ed un assist) e dal solito De Fazi (doppietta). Per gli arancio blu pare la crisi, ma Elisei sbaglia l’appoggio a porta vuota dopo aver saltato Lillone e Forieri trova la triangolazione che porta al pareggio. Che resiste sino ai rigori, nonostante l’occasionissima su tiro libero capitata a De Fazi a pochi secondi dai rigori. Dal dischetto, alla parata iniziale di Alessio Fattori su Moncelsi, Lillone risponde ipnotizzando prima Sabbatini, poi Garinei: una partita di tale equilibrio poteva, in fondo, finire solo dopo una serie di otto rigori.
Il secondo match ha un andamento ancora più strano: il Ditirambo entra in campo cinico e determinato ed in una manciata di minuti è già 3 a 0, con doppietta lampo di Cecchelin e rete di Bramucci. Ed anche alla reazione di Manetta, con la rete di rapina di Mazzacane, i biancorossoblu del duo Zacchini-Errichiello pare poter reagire senza problemi, trovando subito il 4 a 1 con un ispirato Perugini. Ma quando Mazzacane è in serata diventa immarcabile: due gol in due minuti e partita di nuovo riaperta. Il tempo, però, si chiude con una giocata pazzesca: su lancio lungo, Giuseppe Bramucci trova un fantastico impatto di tacco, spedendo la palla a fil di palo con Sacconi incolpevole. Manetta, però, non si arrende: su rigore, Masio fa poker, e poco dopo Daniele Rosati trova il varco su punizione per un pareggio che pareva impossibile mezzora prima. Manetta ha le occasioni per il vantaggio, protesta anche per un presunto mani in area, ma Fabio Perugini decide di rimettere dritta la partita: prima lancia l’azione con un grande assist, poi trova il tap in vincente per il nuovo vantaggio Ditirambo. Forse con troppa fretta Mister Camera decide di rinunciare al portiere, schierandosi lui come estremo difensore: Cecchelin ne approfitta per trovare il gol della sicurezza, che rende vana la rete allo scadere di un ottimo Stefano Petronilli. Il risultato finale è un rocambolesco 7 a 6.
Due belle partite, in un Memorial che nell’eliminazione diretta, sinora, ha visto incontri risoltisi con, al massimo, due gol di scarto tra le contendenti: un equilibrio che di certo si vedrà anche in una finale dal pronostico apertissimo. Nel frattempo, una curiosità che unisce il cammino sin qui compiuto dal Ditirambo: dopo il derby in famiglia, nei quarti, tra i fratelli Ercolani, ieri s’è assistito a quello tra i fratelli Piras. Per non rompere la serie positiva, quindi, in finale sarà confronto diretto tra Aldo ed Alessandro Borzacchi.