Tarquinia, Bacciardi incalza Sposetti: “A che punto è un progetto di futuro per questa martoriata e delusa Città?”

Riceviamo da Renato Bacciardi e pubblichiamo

Alla luce della attuale stagnazione della capacità decisionale della giunta Sposetti, deducibile da una pluralità di fatti o di inattese indecisioni, si rende necessaria un’attività di puntualizzazione tesa a mettere in evidenza alcune lacune, a nostro avviso, abbastanza preoccupanti per il futuro dell’azione amministrativa cittadina.

Ciò che rende sollecita la comunicazione che qui prende il suo avvio è, innanzi tutto, la perplessità imperniata sulla mancata attuazione di un semplice, e consueto, sistema di rimozione di incarichi fiduciari già stabiliti dalla passata amministrazione per i quali, sembra assurda e a tratti sospettosa, la permanenza di soggetti dirigenziali già asserviti alla volontà “giuliviana” nell’organigramma della nuova e, apertamente dichiarata, rivoluzionaria formazione “sposettiana”.

Tanto per non apparire vaghi o ambigui, ci riferiamo al comando della Polizia Locale, alla Segretaria comunale e alla dirigente del settore Lavori Pubblici. Nulla di personale, ovviamente. Né alcuna obiezione alle specifiche, individuali competenze dei singoli dirigenti ma, nel contesto di un sistematico e – promesso- rinnovamento, mantenere un tale assetto amministrativo con soggetti che hanno condiviso e avallato scelte improbabili e, clamorosamente, bocciate dalla stragrande maggioranza dei cittadini-elettori ha uno strano sapore di beffa se non di raggiro da parte di una fazione che ha raccolto un dissenso e una voglia di cambiamento che non può essere equivocato o messo in secondo piano per questioni ignote e che nessuno si è preso la briga di spiegare.

Che il sindaco Sposetti abbia, con la sua immagine di persona proba e mite, traghettato dalla palude alla terraferma un PD agonizzante e afasico ci sta tutto; che a questo si sia associato un “campo largo” già sperimentato altrove ci sta pure; consenso ampio e rimorchiato dal gancio del risentimento e dalla vendetta contro l’”oppressore”, va pure bene ma, dopo tutto questo e anche altro, è forse giunta l’ora di capire qualcosa.

È ora di capire come e, soprattutto, quanto quell’immagine di “buono” – e non di “bravo” come nella vulgata locale si tende a confondere – corrisponda, in realtà, ad un’effettiva capacità di decidere, di scegliere, di stabilire a favore della comunità, essendo quindi – e perciò -al di sopra di interessi personali, di compromessi al ribasso con fazioni interne alla maggioranza o di altro che limiti od ostacoli la migliore gestione della cosa pubblica.

Per nulla contano il presenzialismo o la condiscendenza verso ciò che, in fondo, risulta sia per il sindaco sia per gli assessori, un dovere d’ufficio: siamo annoiati dalle inaugurazioni, per quanto dovute, esibite come atti amministrativi eclatanti, così come scontate appaiono ripetutamente stanche e già usurate certe esternazioni ufficiali dalla casa comunale.

Ci chiediamo, e vorremmo che qualcuno ci rispondesse, dove sono le mirabolanti novità sbandierate in campagna elettorale? Dov’è la svolta? A che punto è un progetto di futuro per questa martoriata e delusa Città? Sposetti, sei un sindaco Civico geniuno? Libero? Davvero? Per favore, faccelo sapere, o meglio, dimostracelo. Grazie.