Riceviamo e pubblichiamo
La conferenza stampa di venerdì 13 è stato il solito spot elettorale, a elezioni oramai finite. Dire che Montalto non è un comune ricco è dire cosa non vera: la ricchezza di un paese non sono i soldi chiusi nel cassetto, sono i servizi e le strutture che vengono offerti ai cittadini, soprattutto ai più deboli e ai meno abbienti. Caci vuole, forse, farci credere che si è accorto solo oggi di aver formalmente confermato il bilancio preparato dalla passata amministrazione Carai, così prima afferma che non ci sono buchi o ammanchi e poi interpreta il ruolo del grande inquisitore, andando a smentire se stesso. L’analisi delle spese delle passate gestioni è certo un aspetto importante, ma occorre considerare quanto sia stato investito per il territorio e nel territorio, quanto denaro pubblico sia stato trasformato in vere risorse per il benessere, per l’occupazione e per lo sviluppo del paese.
Si tratta di un esame da svolgere tenendo conto di tutti gli elementi del patrimonio comunale, in modo chiaro trasparente ed imparziale. Caci doveva fornire tutti i dati in suo possesso e, purtroppo, questo non è successo; si è assistito ad una litania di lamentazioni, senza nessuna seria proposta programmatica. Nella lista delle spese esaminate venerdì Caci poteva inserire, ad esempio, la scelta, della giunta Sacconi, di far sorgere delle dune alberate vicine al cimitero, oppure poteva comunicare quanto fosse costata la parcella dell’architetto Pasqualini per la progettazione dell’edificio comunale e per la supervisione degli arredi interni, o di quanto il Comune abbia speso per premi di produzione elargiti ai dipendenti sempre in questi ultimi venti anni.
Caci non ci ha detto quanto ha speso il Comune per ricostruire il piazzale pubblico alla foce del Fiora dopo l’alluvione del 1987, né ha spiegato perchè il mese scorso questa Giunta abbia rinunciato ad ogni azione per il godimento pubblico dell’area e per il rimborso delle spese sostenute, in modo incondizionato e senza trattative di sorta. Tra le tante spese “dissennate” Caci non ha inserito il milione di euro che il Comune di Montalto di Castro ha – giustamente – speso per rendere l’Ospedale di Tarquinia più moderno, con la donazione della Tac e di nuovi dispositivi per il reparto di cardiologia.
Mi attendevo poi – speranza vana – che Caci fornisse alla cittadinanza le cifre di quanto incasserà il Comune a dicembre grazie alle nuove aliquote IMU maggiorate solo per l’ENEL al 10,6%. Se quella di venerdì 13 fosse stata una operazione di sincera trasparenza, Caci avrebbe dovuto spiegarci quanti crediti deve recuperare ad oggi il Comune dalla Regione Lazio o quanto dovrebbe incassare il Comune per canoni di locazione delle proprie strutture, come, ad esempio, Villa Ilvana o il complesso sportivo. Infine, nulla il Sindaco Caci ha detto su quanto ha speso dal suo insediamento ad oggi, un conto – tutto sommato semplice, viste le poche cose fatte – che però poteva essere di grande interesse, un’operazione di nuova comunicazione
Sento necessario sottolineare come, sin dall’inizio della mia campagna elettorale, io avevo parlato di un’azione di governo seria, professionale, rigorosa nella spesa e nella verifica del patrimonio e delle liti pendenti, degli incarichi e degli appalti. Un’azione da portare avanti con la massima trasparenza. Mai nella mia campagna elettorale ho promesso assunzioni, investimenti o finanziamenti, proprio in ragione della fase di rigore che ci attendeva e che già Caci conosceva. Ero pienamente consapevole, assieme a tutti – e sottolineo tutti – i “titolati” candidati della mia lista, di quanto fosse importante una gestione scrupolosa delle risorse del Comune per i prossimi anni e di come fosse necessaria la presenza quotidiana in Comune di tutti gli assessori e del Sindaco, per lavorare professionalmente per il rispetto del cittadino.
Completo l’esercizio del mio diritto di critica politica affermando che già Caci è in gravissimo difetto sul fronte della professionalità: le recenti assunzioni sono prive di quello spessore tecnico, di quella esperienza e formazione necessarie al Comune in questo particolare momento storico e, di certo, non sono quell’aiuto che poteva servirgli per gestire la complessa macchina comunale.
Comprendo quindi che, forse, chi ha fatto campagna elettorale garantendo assunzioni, sconti sui canoni o finanziamenti a pioggia, oggi debba escogitare valide ragioni per adottare una linea di governo che sia più responsabile di quanto, troppo allegramente, abbia promesso prima delle elezioni.
Allora, più che uno spot elettorale, quello di venerdì 13 è stato il tentativo di giustificarsi in anticipo per promesse impossibili da mantenere. Considerate quindi le grandi difficoltà che questa giunta sta incontrando nell’azione di governo, è per il bene del nostro paese che confermo, oggi più che mai, la disponibilità dell’opposizione ad una azione collaborativa e responsabile, con la massima attenzione alla legalità e nella speranza che venga adottata una linea di condotta coerente, finalmente trasparente e seriamente costruttiva.
Paola Peruzzi