Riceviamo da Luca Bondi, presidente dell’associazione Semi di Pace, e pubblichiamo
Non è questione di destra o di sinistra, la questione è che i tarquiniesi sono stanchi di cinque anni dell’amministrazione uscente.
Il risultato delle elezioni per il primo turno, a Tarquinia, ha mostrato, chiaramente, il fallimento dell’amministrazione uscente, direi il crollo dell’arroganza e dell’ignavia. Ci aspettavamo un esito che confermasse il dissenso maturato nella popolazione, verso “l’uscente“. Spiega bene la massima: “si raccoglie quello che si è seminato“.
La vittoria di Francesco Sposetti è indubbiamente un forte segnale di desiderio di cambiamento, ma anche gli altri tre risultati, relativi a Renato Bacciardi, al quale riconosco la determinazione, a Martina Tosoni e a Giovanni Moscherini il coraggio, vanno letti in questa chiave di rinnovamento… Plaudo il loro senso di responsabilità per la città.
Tarquinia bisogno di ritrovare serenità, armonia tra le sue articolazioni vitali chi sono le istituzioni scolastiche, associative in ogni ambito, ecclesiali, le categorie produttive, i sindacati, l’università, eccetera. Questa città ha vissuto, gli ultimi cinque anni, una progressiva e forzata atmosfera generale di divisioni, di muri, di chiusure incomprensibili. Tutti sappiamo chi ne è stato il primo responsabile, con la complicità dei suoi collaboratori!
Il benessere di una città non si misura solo da parametri economici o interventi di cornice, la città vive con e nei suoi abitanti. Tutta la comunità deve sentire la presenza e la vicinanza di chi la guida percependo lo stile del dialogo, della competenza, della cordialità. Siamo certi che Francesco Sposetti possa essere il sindaco che recuperi, gradualmente, la città e le trasmetta un senso complessivo di coesione. Che sappia essere il sindaco di tutti con il tratto dell’inclusività.
Un sindaco, oltre che ad avere la responsabilità di amministrare la polis “con disciplina ed onore”, come richiesto dall’art. 54 della Costituzione, per chi riveste funzioni pubbliche, deve prendersi cura dei suoi concittadini, non da padrone, ma da servitore. In questa dimensione sta l’attribuzione che gli si riconosce di “primo cittadino”.
Citando Karl Popper, considerato un filosofo politico: “una nazione è democratica quando è capace di privare del potere i suoi governanti incapaci”. Quello che è accaduto, con l’esito elettorale, relativo le elezioni per il nostro comune, ne è la dimostrazione: l’esercizio della democrazia!
Il 23 e 24 giugno abbiamo il dovere civico, politico e democratico di ritornare a votare convintamente. Dobbiamo inaugurare una nuova storia per la nostra bellissima e preziosa città di Tarquinia.