(s.t.) “Sono felice per il risultato, sia a livello personale per l’attestato di stima ricevuto dai miei concittadini, che per la coalizione, premiata per l’idea che ha portato avanti, per la coesione. Abbiamo sempre detto di lavorare sulle idee e su un programma condiviso, e questo ci ha unito”: è soddisfatto, Francesco Sposetti, all’indomani dello spoglio che gli consegna la leadership in termini di preferenze dopo il primo turno delle amministrative a Tarquinia.
Un responso che ribalta il dato delle europee e sorprende anche nella misura. “Devo dire che le sensazioni erano buone, l’aria anche negli ultimi giorni era positiva, così come i feedback che ricevevamo, ma forse non a questo livello. Penso sia un risultato al di là delle più rosee aspettative: forse Tarquinia cercava persona fuori dagli schemi politici classici, una persona che potesse unire piuttosto che dividere”.
Ora lo sguardo va al secondo turno. “Certo. – conclude Sposetti – Perché la strada è lunga e non dobbiamo farci prenderci dall’entusiasmo: abbiamo fatto un primo passo, ora al lavoro per fare quello decisivo”.
Più deluso il fronte di centrodestra, che non molla comunque gli ormeggi in vista del ballottaggio. “Prendiamo atto di quello che hanno scelto i cittadini di Tarquinia, per il momento, – le parole di Alessandro Giulivi – però secondo me abbiamo molto da recuperare. È stata una campagna elettorale strana, divisa tra i candidati. Alcuni hanno fatto bene, altri meno, ma l’elettorato di centrodestra era diviso e questo risultato ci può anche stare”.
C’è possibilità di ragionare su nuovi accordi per ricompattare un fronte spaccatosi prima del voto? “Adesso è presto per ragionare su altro – dice Giulivi – ora dobbiamo tutti metabolizzare questo risultato, da Sposetti a Moscherini: ragioneremo in questi giorni al nostro interno e si vedrà, ma sarà sempre l’elettorato a decidere. La mia sensazione è che molti dei voti non presi ritorneranno a casa: si riparte da zero a zero e non dal distacco che abbiamo visto ieri. Abbiamo tutti, ogni candidato, dato quanto potevamo dare, ora cambia tutto, anche l’elettorato. Senza disgiunto, non ci sono più giochetti: o è bianco, o è nero”.