Riceviamo da Renato Bacciardi e pubblichiamo
Se parliamo di programma elettorale, dobbiamo abbracciare la visione di una città nel suo insieme e porre attenzione sul processo democratico con il quale vengono collettivamente risolti i problemi per rispondere ai bisogni della comunità.
Una buona governance è quella attuata da un’amministrazione le cui azioni all’interno di una comunità sociale si integrano con quelle dei cittadini che la sostengono. La governance non si realizza con colpi di mano ma si attua con processi di democrazia attiva basati sull’integrazione di due ruoli distinti: quello di indirizzo programmatico e quello di gestione e fornitura di servizi.
In questa idea di condivisione degli obiettivi, il Sindaco non decide da solo ma, al contrario, prende deliberazioni a seguito di un processo democratico. Democrazia, quella parola sconosciuta al Sindaco Giulivi. Lo stesso che ha proposto ben 160 pagine di programma elettorale raccolte in un volume pesante e costoso, come a voler ostentare il prodotto del genio di un solo uomo. Ma la realtà è ben diversa: la metà delle pagine sono dedicate a progetti – portati avanti già da precedenti amministrazioni che neanche vengono citate – che, banalmente, dovrebbero essere patrimonio di tutta la città, senza la bandierina elettorale.
Inoltre, il mattone della rivoluzione urbana è costato un sacco di soldi. Non parliamo di tipografia ma dei numerosi investimenti sbandierati come trofei che, se analizzati uno ad uno, non fanno altro che delineare il modus operandi di un sindaco che ha sempre deciso nella sua testa come spendere i 31miliioni di euro della comunità, comprendenti anche 14 milioni di euro di finanziamenti PNRR.
Spesi bene? Se togliamo i 2,6 milioni spesi sulla messa in sicurezza delle scuole – un atto dovuto – il resto degli investimenti possono davvero essere considerati frutto di scelte ponderate e consapevoli? E soprattutto, erano prioritari rispetto ad altri interventi?
Non possiamo saperlo perché la priorità l’ha decisa una persona soltanto. 200 mila euro per la nuova pista ciclabile? Potevano essere spesi per migliorare la “mobilità” delle strade rurali che sono dissestate e insicure. 3.700.000,00 euro per la cartiera? Per così tanti soldi non sarebbe stato meglio valutare le priorità? Ecco, noi lavoreremo per consegnare alla comunità una lista di priorità a cui tutti potranno dedicarsi, affinché il risultato possa essere collettivo e non individuale.