Prima conferenza stampa da candidato sindaco anche per Renato Bacciardi, che sul palco “di casa” del Camping Tuscia incontra la stampa e presenta il programma politico che lo accompagna nella corsa elettorale.
“Io non arrivo terzo: se non arrivo al ballottaggio è perché vinco al primo turno”: Bacciardi si presenta spavaldo, a partire dal completo blu elettrico, e incalzato dalla stampa chiarisce la sua posizione. “Mi sento equamente distante sia da Giulivi che da Sposetti e in caso di secondo turno non chiederò alleanze a nessuno. Non si fanno prigionieri: il ballottaggio è una partita politica diversa dal primo turno, con scelte di voto diverse”.
Prima di tutto, Bacciardi parla dell’aspetto politico: “Il nostro è un progetto civico, senza partiti che ci appoggiano. Un progetto che parte dalla società civile per far risorgere una Tarquinia in cui i partiti politici l’hanno fatta da padrone, portandola in una fase di stallo”. E a chi fa notare che in lista ci sono persone che si sono esposte coi partiti e con altre liste sino a poche ore prima della candidatura, risponde che “non ho scippato nessuno: in una serie di colloqui e trattative, credo di essere stato la persona più inclusiva. Qualcuno ci ha creduto e si è spostato sul mio nome, senza ricatti e senza aver promesso poltrone in anticipo. Chi è venuto lo ha fatto perché crede in un progetto, spogliandosi dell’appartenenza politica per vestire i panni di un progetto civico”.
Quindi, le prime parole sul programma: “Non è un libro dei sogni, ma nemmeno un compitino elettorale: un buon lavoro da leggere e completare con le idee e proposte dei nostri compaesani, dialogando, ascoltando e collaborando per un programma prima condiviso, poi realizzato assieme a tutti”.
“Parto dal Lido – le parole di Bacciardi – dove la mia attività festeggia quest’anno 50 anni di vita. Anni in cui nessuno ha mai davvero investito sul Lido, che invece oggi ha bisogno di servizi per la collettività: dal sociale al sanitario. Penso a potenziare l’ufficio comunale, ma anche a studiare per il Lido un punto per la Polizia locale e un presidio dei Vigili del Fuoco”.
“Tarquinia è una città unica e tutti dovremmo viverla nella sua totalità: – continua – secondo noi tutti dovrebbero potersi spostare senza bisogno di app o semafori. La città è di tutti i tarquiniesi, per cui la ZTL va prima tolta, quindi ristudiata, ma senza costringere i cittadini a dare indicazioni personali, limitandone la privacy, per girare nelle strade della propria città. E serve di realizzare un parcheggio fuori dalle mura: senza, il centro storico non può vivere”.
Poi sociale – “Tarquinia diventerà la città dei Cuori Blu” –, ambiente – “massima attenzione a tutti gli inquinamenti, dalle acque all’aria sino ai fossi”, – eventi, “da programmare e calendarizzare annualmente”, in un volumetto che tocca i temi in ordine alfabetico.
“Tengo molto all’idea di un polo scolastico unico, nell’area di terreno di fronte alla Coop: – continua – materna, elementari e medie assieme, decongestionando la viabilità e riducendo l’inquinamento. Al posto delle attuali scuole elementari, pensiamo a una RSA, a due passi dall’ospedale e con un parcheggio vicino. Alle scuole medie Sacconi, un ostello della gioventù per ripopolare Tarquinia di giovani, legandolo a progetti per due corsi universitari in città, non solo legati al mare ma anche alla conservazione dei beni archeologici. Infine, destineremo la scuola Dasti a uffici per le forze dell’ordine, compresi i Carabinieri, per destinare la caserma attuale ad altri scopi e aprire il passaggio che va da via Garibaldi a via della Caserma per una nuova viabilità pedonale”.
Infine, l’urbanistica: “La battaglia importante con la Regione sarà per eliminare il PAI, altrimenti la città resta ingessata. E una promessa la faccio: quella di trasformare la zona artigianale e commerciale in zona mista, così i capannoni potranno avere una destinazione urbanistica diversa, da commerciale a artigianale, per rilanciare il commercio a Tarquinia”.
Una domanda sul porto: “Non dico nulla contro, si tratta di una magnifica realizzazione. Ma prima dalla regione serve passaggio importantissimo: come dicevo prima, se non si toglie il Pai il porto, così come il frazionamento di qualsiasi capannone, sarà difficile da fare. E secondo me non si farà con soldi pubblici, ma serviranno fondi privati: difficile realizzare un’opera simile con un investimento così ingente da parte dal comune”.