Riceviamo dall’associazione Insieme Montalto di Castro e Pescia Romana e pubblichiamo
Un anno e mezzo di ritardi nella cessione delle quote che il Comune di Montalto di Castro detiene nella Società Montalto Ambiente, ha portato ad una svalutazione di quasi 200.000 euro del valore della stessa. Nel consiglio comunale del 2 aprile c’è stato un lungo dibattito sul tema tra maggioranza ed opposizione.
Ma andiamo con ordine: nel giugno 2022, poco prima del termine del mandato dell’amministrazione Caci, è stato affidato l’incarico di valutare la società Montalto Ambiente, che si occupava del servizio idrico integrato del comune, al fine di cedere le quote di capitale detenute dal Comune stesso. La perizia, depositata ad ottobre 2022, ha certificato e stimato il valore del patrimonio netto della Società a 890.000 euro. A quella data a Talete non era stato ancora ceduto il servizio e, invece di accelerare i tempi, considerata la perizia presentata, sono passati altri mesi senza che accadesse nulla. Perché questa inerzia?
Il ritardo nella cessione ha fatto scadere la perizia di valutazione del 2022 e ne ha resa necessaria una più aggiornata. La nuova perizia, richiesta a dicembre 2023, ha certificato i nostri timori, ovvero una svalutazione della società di quasi 200.000 euro. Il valore attuale della Società si è così ridotto dagli 890.000 euro del 2022, ai 696.500 euro del 2024. La svalutazione della società ha portato di conseguenza anche ad una riduzione del valore delle quote del 20% detenute dal Comune. Così il Comune, incasserà solamente 131.000 euro, passando per la cessione diretta delle quote, e senza aver fatto nemmeno un’indagine di mercato, invece di 178.000 euro come previsto dalla perizia del 2022.
Gli errori a nostro avviso commessi sono abbastanza gravi. Il primo è il ritardo con il quale è stato ceduto il servizio idrico a Talete, che ha causato una svalutazione delle quote societarie. Ritardo causato, a quanto affermato dall’assessore alle partecipate, prima dall’Ato e poi da Talete. Ma la cosa peggiore, a nostro avviso, è stata quella di caricare solo al Comune, ovvero al socio pubblico, l’intero ammontare della svalutazione della società. Questo atteggiamento ha causato un danno economico e patrimoniale al Comune, di circa 50.000 euro. Come mai questo mancato introito alle casse dell’ente, visto che è stata colpa di altri come spiegato dall’assessore Fedele, non è stato, ad esempio, computato all’ATO e Talete, ma tutto al comune di Montalto, che in realtà è incolpevole dell’accaduto? Chi ripagherà i cittadini di Montalto e Pescia dei 50mila euro persi per le casse comunali?