Riceviamo da Sinistra Italiana – Circolo di Tarquinia “Luigi Daga” e pubblichiamo
Qualcuno ha scritto opportunamente che “arroganza e ignoranza sono il cocktail micidiale che inebria le menti povere di questo paese”. Mai frase è così appropriata e calzante come in questo aspro momento.
Fratelli d’Italia, partito di maggioranza che amministra il nostro paese e che sostiene l’improbabile concittadino Alessandro Giulivi, ha dato la perfetta misura di cosa significhi per loro transizione ecologica. Ma andiamo con ordine.
Dopo aver liquidato lo staff dell’architetto Pierluigi Cervellati a cui era stato dato l’incarico di redigere il nuovo piano regolatore generale, strumento indispensabile di indirizzo e pianificazione dell’uso del territorio, da parte di questa oscura amministrazione sono anni che si procede con l’unico strumento rimasto a disposizione, guarda caso, dei programmi integrati d’intervento per concedere autorizzazioni urarbistico/edilizie e affini. Una forma di deregulation che poteva essere giustificabile solo se l’incarico per redigere il nuovo piano non era stato già affidato. Ma andiamo avanti.
Si decide ad un certo punto, fulminati sulla via di Damasco, che per reperire nuove aree destinate a parcheggi in modo estemporaneo e senza alcuna pianificazione logica bisogna eliminare porzioni di giardinetti pubblici anziché dare vita al piano parcheggi che langue da anni nei cassetti delle stanze dei bottoni del comune di Tarquinia.
E infine. Disturbati dall’invadenza delle radici dei pini che impediscono la realizzazione delle piste ciclabili al lido, se ne decide l’abbattimento inesorabile e senza ritorno, e tutto questo nonostante il parere esplicito della Soprintendenza di non procedere all’abbattimento dei quasi centenari pini di viale Mediterraneo.
Ora a noi risulta che la Soprintendenza abbia fatto formale esposto alla Procura della Repubblica per la non ottemperanza dell’indirizzo da loro formalmente espresso, su parere ufficiale inviato a questa amministrazione comunale a guida Giulivi. Ma fuori dalle carte burocratiche, che avranno le sedi opportune per le reciproche soddisfazioni, a noi preme sottolineare una cosa di vitale importanza per tutti, anche per quelli che barcollano inebetiti dal cocktail come descritto.
La battaglia che si sta consumando è prima di tutto una battaglia culturale e di visione tra chi tende a rimuovere gli ostacoli senza alcun rispetto e sensibilità, senza ricerca delle soluzioni che, tra l’altro, esistono e sono molto efficaci, con arroganza e chi, avendo come principio fondamentale la nostra sopravvivenza, la nostra qualità della vita, passa senza deroghe dalla salvaguardia attenta del mondo e delle sue riserve naturali quali sono gli alberi appunto. Tra chi spaccia per pragmatica capacità decisionale la propria ignoranza e il totale disinteresse per il bene comune e chi considera l’amministrazione della cosa pubblica come il dovere di un buon padre di famiglia che non può e non deve fare nulla che possa nuocere ai propri figli. Due modi diversi di interpretare il significato della transizione ecologica voluta dall’Europa e dal mondo intero per evitare il collasso definitivo del nostro mondo.
Adesso a voi la parola cari concittadini. Nel frattempo lo schiocco sordo e imponente degli alberi che cadono rompe il silenzio gelido di viale Mediterraneo al lido di Tarquinia.