Università Agraria di Tarquinia, il presidente Tosoni si è dimesso: la situazione politica

Giorni caldi, quelli di inizio inverno, all’Università Agraria di Tarquinia: se, infatti, le temperature meteorologiche hanno fatto toccare ,minimi vicino allo zero, il clima politico attorno all’ente di via Garibaldi ha acceso scontri e polemiche, mettendo a serio rischio la stessa continuità dell’amministrazione Tosoni, in carica da poco più di un anno.

Proviamo a riassumere quanto accaduto nei giorni di chiusura di questo portale partendo alla notizia più rilevante: l’annuncio delle proprie dimissioni da parte del presidente stesso.

“Le recenti convocazioni del Consiglio di Amministrazione dell’Università Agraria di Tarquinia hanno riscontrato assenze di Consiglieri che non hanno garantito il numero dei presenti per la validità delle sedute, e ciò nonostante l’importanza degli argomenti da trattare. – le parole di Alberto Tosoni – La seduta ultima, convocata per deliberare sul futuro del campeggio di Spinicci di proprietà dell’Ente, si è potuta svolgere solo in seconda convocazione: un fatto grave, sintomo di un malessere che sicuramente richiede una riflessione politica generale”. Da qui la decisione: “Motivi questi che mi hanno indotto a presentare, a norma di Statuto, all’Ufficio Protocollo dell’Ente, le mie dimissioni da Presidente già anticipate ai presenti del Consiglio di ieri”. Un atto che, come da statuto, apre una finestra di venti giorni prima che le dimissioni stesse diventino pienamente efficaci, comportando di conseguenza la fine del mandato del consiglio d’amministrazione e la chiamata alla urne, con probabile parentesi di commissariamento.

Giorni che, spiega Tosoni, gli permetteranno di avviare “confronti per verificare le criticità e ricercare soluzioni condivise che possano garantire un’unicità di intenti per la continuità dell’azione amministrativa: sono tanti ed importanti infatti i progetti e le iniziative in corso e quelli di prossimo avvio che la mia Amministrazione ha saputo mettere in campo e che sono essenziali per il presente e futuro dell’Ente”.

C’è da capire, politicamente, come questa presa di posizione e questi futuri confronti si leghino alla nota, di pochi giorni precedente, a firma del consigliere regionale e coordinatore di FdI Tarquinia, Valentina Paterna, e del coordinatore di Forza Italia Tarquinia Francesco Ciarlanti.

Appena due giorni prima delle dimissioni, infatti, i due parlavano di un incontro con Tosoni “per discutere della situazione amministrativa dell’ente che presiede, confrontandoci sia sulle iniziative svolte e sui risultati raggiunti che sulle tante questioni programmare e risolvere”, dichiarando di essersi “trovati, entrambi, d’accordo sulla necessità di fare una revisione del lavoro svolto finora dall’amministrazione, valutandone gli aspetti positivi ed immaginando possibili soluzioni per rendere l’attività dell’Università Agraria ancora più incisiva”.

Insomma, come reso più chiaro dalle successive parole, gli esponenti dei due partiti hanno prospettato a Tosoni l’ipotesi di un rimpasto per porre fine all’impasse politica di queste settimane. “Abbiamo indicato al presidente Tosoni – le parole di Paterna e Ciarlanti – l’urgenza di una verifica politica ed amministrativa, non solo sul programma da portare avanti ma anche sull’assetto complessivo della giunta per fornire quella stabilità di cui l’Università Agraria necessità. Sicuri che le nostre preoccupazioni saranno condivise, rimaniamo in attesa delle decisioni e degli interventi che il presidente Tosoni riterrà più opportuni per rispondere alle esigenze che abbiamo manifestato in maniera costruttiva”.

Nei giorni precedenti erano intervenuti anche i consiglieri PD dell’Ente, Alice Battellocchi, Giuseppe Piferi e Giuseppe Scomparin. “Il rispetto nei confronti dell’Ente che siamo stati designati ad amministrare, agli elettori che ci hanno dato fiducia ed ai cittadini tutti nell’interesse dei quali amministriamo questo ente, – le parole del PD – ci impongono di dichiarare in maniera forte ed inappellabile che non siamo disposti ad accettare che l’Università Agraria di Tarquinia non solo continui ad essere amministrata in maniera vaga ed approssimativa, senza un progetto di breve, medio o lungo termine, ma che in questo momento si trovi addirittura ad essere schiava di dinamica ed accordi politici che nulla hanno a che vedere con la stessa. Ma d’altro canto quest’avventura è nata con un accordo “di convenienza” – e voi lo sapete bene – e sta morendo per quelle stesse logiche. Nel mezzo il nulla”.