Riceviamo e pubblichiamo
“A Natale sosteniamo l’economia locale e facciamo una scelta di qualità: acquistiamo i prodotti del territorio dalle aziende tarquiniesi e facciamo i regali nei nostri negozi”. Questo l’appello di Fabio Gagni, ideatore del progetto seamitarquinia e consigliere dell’Università Agraria.
Continua Gagni: “A Natale siamo più propensi ad acquistare cibi esotici o fuori stagione, che percorrono migliaia di chilometri per arrivare sulle nostre tavole. Adoriamo fare shopping online o goderci i grandi centri commerciali. Ma queste sono davvero scelte sagge? Prediligendo l’ortofrutta di stagione a filiera corta, i dolci delle nostre pasticcerie, i prodotti delle aziende locali, avremo la garanzia di mangiare prodotti di qualità altissima, spendendo il giusto. Oppure, se non abbiamo voglia di cucinare, possiamo fruire dell’ampia offerta dei nostri ristoranti, che hanno già postato online le loro ricchissime e variegate proposte per i menù delle feste, da consumare nei locali oppure da prendere con l’asporto. Direi che la scelta non manca. Come non manca l’offerta di abiti, accessori, oggettistica per la casa e per la persona, con la garanzia di un servizio al cliente e di un rapporto fiduciale che di certo gli shop online non potranno mai offrirci”.
Gagni ricorda come i nostri comportamenti possano davvero fare la differenza: “Un simile appello non vuole essere l’ennesimo slogan inutile; vuole essere un invito vero alla riflessione. Ci lamentiamo spesso dei negozi chiusi, delle vie buie, ma siamo noi per primi, con le nostre scelte, che contribuiamo al benessere della nostra comunità. Certo, le variabili che influiscono sull’economia cittadina sono molte, ma tra quelle ci siamo anche noi, e dunque dobbiamo fare la nostra parte. Acquistare dal negoziante sotto casa significa sostenerlo, sostenere la nostra comunità tarquiniese. In occasione del Natale, la scelta più solidale che possiamo fare è decidere consapevolmente di acquistare sul nostro territorio, e riscoprire la tradizione con le nostre tipicità. Tarquinia siamo noi, non dobbiamo mai dimenticarlo”.