“Si può fare”, a Pitigliano la proiezione del docufilm alla presenza del protagonista Matteo Gamerro

Riceviamo dal Comune di Pitigliano e pubblichiamo

Matteo Gamerro era stato accolto a Pitigliano nel 2021, durante il suo coraggioso viaggio sul tratto italiano della via dell’Angelo, che va dalla Sacra San Michele, in valle di Susa, fino a Monte S. Angelo sul Gargano. Quarantaquattro anni, di Barone Canavese (Torino), affetto da sclerosi multipla dall’età di 19, Matteo Gamerro, pur dovendo fare i conti con le limitazioni imposte dalla sua malattia, due anni fa ha affrontato un cammino di 1200 chilometri su sentieri non battuti, trasportato su una joelette, una speciale carrozzina spinta a piedi da amici, familiari e dalle persone che hanno voluto condividere con lui un pezzo di strada.

Martedì 14 novembre, Matteo Gamerro tornerà di nuovo a Pitigliano, questa volta alle ore 21, al Teatro Salvini, in occasione della proiezione del docufilm che racconta questa esperienza e di cui è protagonista, dal titolo “Si può fare”, per la regia di Thomas Torelli. Il docufilm sarà proiettato nuovamente anche il giorno successivo, mercoledì 15 novembre, per gli alunni delle classi seconde e terze di 1° grado dell’I.C. “Umberto I” Pitigliano e Sorano.

Il sindaco Giovanni Gentili, così come le associazioni dei Comuni di Pitigliano e Sorano che furono presenti all’arrivo di Matteo il 15 ottobre 2021, lo accoglieranno nuovamente con piacere martedì 14 novembre, per ricordare e condividere la toccante esperienza di questo viaggio che al tempo stesso veicola un messaggio di speranza ed è il simbolo di forza di volontà e di resilienza.

Matteo Gamerro, il protagonista del docufilm ha saputo trasformare la sua malattia debilitante, la sclerosi multipla, in energia positiva per dire al mondo che niente può limitare un sogno. Il regista romano Thomas Torelli ha deciso di seguire il 44enne nel primo tratto di quel lungo percorso, che lo ha portato dal Piemonte a Roma.

“Quella di Matteo è una storia di speranza, coraggio e determinazione – racconta il regista Thomas Torelli – che ci dimostra in maniera lampante come, grazie ad una grande forza spirituale, sia possibile superare qualsiasi barriera, fisica e mentale Gamerro, con la sua impresa, è diventato un punto di riferimento, smuovendo le coscienze di tantissime persone e spingendole a mettersi in gioco e ad affrontare assieme a lui il difficile cammino. Un messaggio di consapevolezza e rinascita che è perfettamente in linea con la mission e la visione del mondo che è alla base di UAM.TV, e che per questo motivo ho voluto raccontare”.

Il docufilm sarà proiettato nei luoghi che ha visto il passaggio di Matteo lungo il cammino di San Michele. “Si può fare” sarà distribuito attraverso il catalogo di UAM.TV La sfida di Matteo Gamerro.

“Fin dal primo momento ho capito che questo film sarebbe stato una sfida sia tecnica che registica. -aggiunge il regista Thomas Torelli -. Come fare un film su una persona ferma su una sedia, che quasi non parla, e comunica al mondo attraverso un puntatore oculare che con voce metallica legge i pensieri scritti? Come far emergere le sue emozioni, come dare voce ai suoi pensieri anche durante il cammino? Come farlo rimanere protagonista della sua storia? Ho deciso che per raccontare la sfida che sta oggi affrontando Matteo, era importante partire dalle origini, da quando la sua malattia non era neanche un insospettabile pensiero. Pensiamo a questo film come uno strumento efficace che possa parlare al posto di Matteo, trasmettendo quei messaggi nei quali lui crede molto e che, fino a quando aveva in corpo anche un solo filo di voce, amava portare ai ragazzi nelle scuole per trasmettere quel raggio di luce che permettesse loro di guardare al futuro con ottimismo e stimolasse la voglia di essere migliori. Fondamentale, sia per l’impresa di Matteo che per la realizzazione del film, è arrivato dal punto di vista economico tramite l’impegno di associazioni quali i Lions Club Caluso e numerose altre associazioni, scuole e singoli sostenitori, sia prima che durante il cammino, oltre all’utilizzo con successo di una campagna di crowdfunding”.