Riceviamo e pubblichiamo
Si chiuderà domenica 1° ottobre all’auditorium San Pancrazio, nel centro storico di Tarquinia, la personale “ciò che si vede è” del ceramista Marco Vallesi. L’esposizione, promossa dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia (Stas), con il sostegno del Ministero della Cultura, si inserisce nel contesto della biennale d’arte intitolata a Luciano Marziano e Vasco Palombini, che la Stas organizza per valorizzare la produzione ceramica. La mostra, che sta riscuotendo un notevole successo sia in termini di visitatori sia per il gradimento suscitato negli stessi, comprende opere in cui le pietre, le sabbie, le argille e gli altri materiali, come le ceneri delle essenze locali, reperibili nel variegato territorio della Tuscia, sono state lavorate dall’artista per formare nuovi e inusuali impasti e smalti ceramici, tenendo in bilanciato equilibrio i processi tecnici dai quali si innescano le tonalità, le varianti cromatiche e le texture con l’applicazione sulle forme nelle quali si fissano i sudati procedimenti. “Ciò che si vede è” rientra nel percorso espositivo inaugurato lo scorso 25 agosto con “contemporanea etrusca” nel cortile di palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, grazie alla collaborazione della Direzione del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia. L’installazione è costituita da tre blocchi di tre pietre diverse, tufo, nenfro e peperino, in cui Vallesi ha inserito oggetti in gres che rielaborano in chiave moderna i motivi decorativi propri della produzione etrusca, testimoniati nei bassorilievi custoditi nel museo. Per “ciò che si vede è” Archeoares Edizioni ha pubblicato un catalogo dedicato, che racconta attraverso parole e immagini la genesi delle opere esposte. La mostra, che ha come media partner le riviste “La Ceramica Moderna & Antica” e “D’A, Design e Artigianato, Arti Applicate e Decorative”, è visitabile tutti i giorni (ingresso libero) dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 19, grazie a un accordo di collaborazione con l’Associazione Nazionale tutte Età per la Solidarietà (Anteas), i cui volontari garantiscono l’apertura dell’auditorium San Pancrazio e il servizio di sorveglianza.