Tarquinia, Celli contro l’amministrazione: “Negare i referendum ne dimostra l’indole antidemocratica”

Riceviamo da Sandro Celli e pubblichiamo

Il consiglio comunale del 3 agosto in cui si è discusso dell’indizione dei referendum attivati su istanza popolare con le firme di oltre 2000 cittadini è stata forse la rappresentazione più evidente della supponente ostentazione dell’indole antidemocratica di questa amministrazione. La posizione presa da questa amministrazione rende perfettamente l’esatta misura di quale sia la considerazione che danno al giudizio espresso dai propri cittadini e agli strumenti normativi che statuto e regolamento comunale gli mettono a disposizione per potersi esprimere in merito ad argomenti che riguardano la città.

E’ sconcertante lo stupore mostrato nell’apprendere che ogni volta i cittadini promuovono, nel rispetto e nelle forme previste da leggi e regolamenti, una consultazione popolare nessuno possa opporsi. Nessuno infatti può decidere se i quesiti posti siano importanti o no per la città se non i cittadini stessi con la loro partecipazione ed il loro voto. Purtroppo la loro arroganza politica non gli permette di accettare che esistano possibilità di espressione democratica non controllabili direttamente da loro.

Rispetto al voto contrario con cui questa amministrazione ha negato l’indizione dei referendum deve essere quindi chiaro che questa scelta è solo ed esclusivamente il frutto di una precisa volontà politica di non voler dare nessuna possibilità ai cittadini di esprimersi. Inutile quindi tentare di nascondersi subdolamente dietro pareri, tra l’altro non vincolanti, basati su cavilli insignificanti e insensati di un organo tecnico. A dimostrarlo c’è un precedente in cui il Consiglio ha già indetto un referendum nonostante il parere contrario dell’organo collegiale. Ma d’altronde tutto ciò è assolutamente coerente con il modo in cui hanno gestito in questi anni il governo della città che ha visto negare ripetutamente ogni possibilità di interlocuzione e confronto con chiunque, sia che fossero rappresentanti del mondo associazionistico o imprenditoriale sia che fossero semplici cittadini.

Magari ora a circa 10 mesi dal voto saranno folgorati sulla via di Damasco e miracolosamente cittadini e associazioni diventeranno il cuore pulsante della città da ascoltare ed incentivare e l’ascolto e la collaborazione diventeranno le direttrici fondamentali dell’azione politica. Poi naturalmente dal prossimo giugno 2024 se vinceranno ancora tutto tornerà normale e le porte del palazzo torneranno a chiudersi a doppia mandata. Insomma come si dice: “passata la festa gabbato lo santo”.