Università Agraria, il presidente del consiglio: “La partecipazione da remoto non era prevista dallo Statuto e dal Regolamento dell’ente”

Riceviamo dal presidente del consiglio di amministrazione dell’Università Agraria di Tarquinia, Maurizio Perinu, e pubblichiamo

Il presidente del consiglio di amministrazione dell’Università Agraria di Tarquinia, Maurizio Perinu, interviene nella polemica scaturita dopo la riunione di lunedì scorso.

“Innanzitutto, voglio precisare che la mia assenza al consiglio di lunedì scorso era dovuta a gravissimi motivi di salute di un mio famigliare – esordisce Perinu – problema che ancora oggi mi tiene lontano da Tarquinia. Quindi la mia assenza non aveva secondi fini e non intendevo ostacolare nessun percorso politico amministrativo.

Appresa la notizia che uno o più consiglieri avrebbero partecipato all’assise di lunedì scorso collegandosi in remoto, ho concertato con il Segretario dell’Ente il testo di una mail che poco dopo ho inviato allo stesso Segretario ed all’Ufficio Rapporti con il Pubblico, facendo presente che questa modalità di partecipazione non era prevista dallo Statuto e dal Regolamento dell’Università Agraria e che il consiglio di amministrazione non aveva assunto nessuna delibera in materia.

Con la riforma datata 2017, sono stati profondamente mutati i criteri previsti dalla legge del 1927 e il regolamento del 1928 e le Università Agrarie, da pubblici sono diventati soggetti giuridici privati. In pratica delle associazioni che amministrano il patrimonio collettivo locale seguendo quanto previsto dal Codice Civile.

Inoltre, hanno una capacità statutaria autonoma ed è per questo che ritengo indispensabile che anche la partecipazione ai consigli per via telematica sia normata con apposito regolamento, specificando tempi e modalità, anche per non rendere nulla la riunione.

È evidente che non vi è da parte mia nessuna intenzione di boicottare l’ente o peggio far cadere l’amministrazione guidata dal Presidente Tosoni, di cui faccio orgogliosamente parte. Ricordo a tutti che ricopro la carica di Presidente del Consiglio a titolo gratuito, avendo rinunciato per iscritto a qualsiasi emolumento.

Ribadisco che la mia azione quale Presidente del Consiglio si muove sempre nel rigoroso rispetto dello Statuto e del Regolamento ed è volta alla salvaguardia dei diritti di tutti i consiglieri e della comunità tarquiniese. Il chiacchiericcio da bar lo lascio a chi è abituato a mormorare nelle segrete stanze e a non avere a cuore il bene comune.”