Riceviamo dall’UDC Tarquinia e pubblichiamo
Saracinesche chiuse, avvisi sbiaditi e poi rimossi che parlano di prossime aperture e circoli privati, un’insegna posticcia in legno attaccata al muro e tutto sa di desolazione. Lì dove una volta c’era il bar di GIOVE doveva sorgere il fiore all’occhiello dell’amministrazione dell’Università Agraria, il solito punto polifunzionale obbiettivo il turismo di qualità, e ora tutto è fermo nonostante pompose inaugurazioni e la solita infinita serie di proclami.
Il silenzio attuale dell’amministrazione dell’Università Agraria ha il beffardo sapore dell’imbarazzo. Locali ristrutturati, canoni pagati, servizio di qualità: tante promesse e invece tutto chiuso. Tolte due poco edificanti “porchettate” in occasione della Processione del Cristo Risorto con tavoli raffazzonati e tovaglie portate da casa, nulla si è più mosso e rimangono cartelli che preannunciano che locali dell’Ente che amministra i beni di tutti i cittadini diverranno la sede di un circolo privato!
A questa amministrazione questo stato di cose sta bene così? Perché non interviene per verificare che il progetto iniziale venga portato avanti e rispettati gli impegni? Vorremmo anche sapere se la società che ha in uso i locali è in regola con il pagamento del canone previsto contrattualmente e quali azioni intende intraprendere questa amministrazione per rendere fruibili questi spazi.
Non riapriamo polemiche su perché questi locali siano stati affidati ad una realtà esterna alla Città di Tarquinia né sul modo di assegnazione, ma che almeno chi amministra non faccia come lo struzzo non metta la testa sotto la sabbia, perché il locale era chiuso anche nel fine settimana scorso in occasione della Lumacata di San Giovanni! Come con il campeggio, ancora una volta non si realizza quanto promesso, e non si trova il tempo di affrontare questioni rilevanti sotto il profilo amministrativo, dai proclami vorremmo si passasse ai fatti.