Riceviamo e pubblichiamo
Il 23 maggio 1992 moriva nell’attentato di Capaci il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e alcuni agenti della sua scorta.
A distanza di venti anni dalla sua morte è vivo e forte non solo il suo ricordo legato all’uomo e alla sua umanità, ma a quello che il suo operare quotidiano come giudice e magistrato impegnato contro la lotta alle “Mafie” lo ha reso un’icona del coraggio di non aver paura.
Così nel passare del tempo le sue idee il suo modo di agire è oggi indelebile nella storia della nostra comunità nazionale.
È indubbiamente il momento della viva riflessione in ognuno di noi di ciò che è il senso dello Stato e della giustizia sociale in una Nazione come la nostra che sta vivendo in questi anni situazioni profondamente difficili e di cambiamento soprattutto sulla tenuta economica e sociale.
Giornate come queste dovrebbero essere vissute e celebrate ogni momento della vita sociale e comunitaria di ognuno nella speranza di un futuro migliore sia per chi c’è già sia per chi verrà.
È indubbio che quando una comunità pensa al futuro si rivolga e pensi ai giovani, ed è per questo che condanniamo il vile e ignobile attentato dinamitardo fuori dalla scuola “Morvillo-Falcone” a Brindisi, dove una ragazza di 16 anni Melissa ha perso la vita e altri ragazzi suoi coetanei sono stati feriti.
Angelino Alfano segretario nazionale del Popolo della Libertà in questa giornata del ricordo e della riflessione ha detto della figura di Giovanni Falcone, è stato “un innovatore capace con le sue idee di sconfiggere Cosa Nostra, anche dopo la sua morte Falcone è riuscito a colpire la Mafia facendo camminare le sue idee sulle gambe di tanti altri uomini dello Stato, delle istituzioni, della politica e della società civile”.
Vogliamo ricordare Giovanni Falcone, il giudice e l’uomo, con le sue stesse parole nella speranza di un necessario cambiamento per il bene della nostra Italia, “il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno”.
Popolo della Libertà di Tarquinia