Riceviamo dal Comune di Pitigliano e pubblichiamo
Garantire una migliore fruizione del ricco e complesso patrimonio di documenti, alcuni dei quali antichissimi, che compongono l’archivio storico di Pitigliano, considerato un unicum in provincia di Grosseto.
È questo l’obiettivo che si è data l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Gentili, che ha investito risorse per portare a termine un lungo lavoro di schedatura e riordino di tutta la documentazione archivistica, arrivando alla pubblicazione di un inventario. L’inventario è stato curato dalla bibliotecaria Elisabetta Peri e dall’archivista Stefania Ulivieri.
“L’archivio storico di Pitigliano è un vero e proprio gioiello che il Comune intende valorizzare – afferma Irene Lauretti, assessore comunale alla Cultura – e l’inventario è il punto di partenza indispensabile per renderlo consultabile, in quanto è un vero e proprio strumento di ricerca, che descrive in maniera analitica e puntuale le unità archivistiche del fondo ordinato. È una sorta di bussola che guida nella consultazione e rende possibile la piena comprensione dell’archivio a tutti, anche ai non addetti ai lavori. L’archivio diventa dunque un mondo di conoscenza a disposizione non solo di ricercatori e studiosi ma anche dei cittadini, per riscoprire le proprie radici, gli elementi identitari e conservare la memoria storica. Con l’inventario portiamo a termine un lavoro avviato nel 2005 dall’amministrazione Brozzi, poi interrotto per tutti questi anni e adesso completato. Ringrazio in primis la bibliotecaria Elisabetta Peri che ha reso possibile tutto questo insieme all’archivista Stefania Ulivieri, il Comune di Pitigliano e gli uffici competenti per l’attenzione riposta nella procedura di pubblicazione, lo storico Angelo Biondi, la soprintendenza e la Regione, il sindaco Giovanni Gentili e tutta la Giunta per averne compreso il valore e la rilevanza ai fini delle ricerche inerenti la nostra comunità”.
Fanno parte dell’archivio storico di Pitigliano 1164 documenti tra i quali registri, filze e buste. L’archivio è diviso per enti produttori: la contea e la comunità di Pitigliano contengono i documenti più antichi, poi c’è la cancelleria e la mairie, corrispondente al periodo di dominazione napoleonica. A questi si aggiungono i documenti aggregati, come la documentazione prodotta dall’ingegnere del circondario di acque e strade di Pitigliano, Sorano e Manciano, relativa al periodo 1816 -1860 e anche la documentazione dell’ospedale della Misericordia di Pitigliano che va dal 1780 al 1939.
“L’inventario appena pubblicato riguarda il periodo pre-unitario – spiega la bibliotecaria Elisabetta Peri – il passo successivo sarà quello di riordinare il materiale del post unitario. Il documento più antico risale al 1515 ed è l’inventario dei beni dei pupilli, ovvero dei bambini che non avevano genitori. L’archivio custodisce anche una lettera autografa di Massimo d’Azeglio in cui ringrazia l’Accademia scientifica letteraria che lo aveva nominato membro onorario. C’è poi la documentazione sulla storia della comunità ebraica come i capitoli di istituzione del ghetto, le norme che lo regolavano del 1622. Tra i documenti degli enti diversi ci sono quelli dell’Accademia scientifica letteraria pitiglianese e la Precettoria di Santa Maria in Carbonara di Viterbo, dell’ordine cavalleresco gerosolimitano, che contengono gli atti con cui si identificavano le proprietà dei templari di questo ordine ,nel territorio di Pitigliano, con tanto di mappe.”