(s.t.) “Un’esperienza bellissima, soprattutto perché è come fare un regalo alla mia città”. Le strade del destino a volte propongono incroci strani, come quelli delle trame di un romanzo. Ed è curioso che l’intreccio, oggi, a Tarquinia, sia legato proprio alla realizzazione di un film che nasce dalle pagine di un thriller scritto, anni fa, dal protagonista di questa storia: un tarquiniese che, via da qualche tempo da Tarquinia, in questi giorni capita spesso di incontrare per i vicoli del centro storico, impegnato – tra un sorriso, un saluto e un abbraccio – a vedere la propria intuizione narrativa prendere letteralmente forma.
Era il 2011 quando Riccardo Cecchelin, giornalista professionista “prestato” alla scrittura, pubblicava “I delitti del demone etrusco”, opera che, ambientata a Tarquinia, gli è valsa premi, riconoscimenti e soddisfazioni. Una storia che, proprio in questi giorni, la regista Iris Gaeta per la Play Entertainment sta trasformando in quello che sarà “Fanum”, mistery thriller girato quasi integralmente nella città etrusca.
“Sono nato e cresciuto qui, poi andato via e ora torno portando questo film. – le parole di Riccardo – Che ha una particolarità: la città non sarà solo lo scenario, ma la protagonista vera e propria. Se in Giordano Bruno o in altre pellicole era la location per ricreare altri luoghi, questa storia sarà ambientata proprio a Tarquinia”.
Se ne stanno accorgendo i tarquiniesi che, da una settimana e poco più, vedono la troupe allestire set su set in scorci splendidi della città, da Palazzo Vitelleschi a piazza San Giovanni sino a Palazzo Vipereschi, incuriositi dalla presenza, tra gli attori, della protagonista della pellicola, Valeria Solarino, nota soprattutto per “Smetto quando voglio”.
“Un’emozione vera! – racconta Riccardo – Qualche giorno fa, assistevo alle riprese, ho visto uno degli interpreti e mi sono detto: “È proprio come lo immaginavo mentre lo descrivevo scrivendo il libro!”. Poi le location, bellissime… Anche se la scena che aspetto con più emozione ancora non è stata girata ed è in programma nelle prossime settimane, ma non voglio svelare nulla”.
Ma come è iniziata questa collaborazione che porterà il libro, e Tarquinia con esso, sul grande schermo? “Una sera, guardando un film in tv, ho visto il nome del responsabile della fotografia e, non chiedermi come, mi è venuta l’idea di rintracciarne il contatto e mandargli una mail: tra i complimenti per i risultati raggiunti, gli ho segnalato qualche idea del mio libro che, a mio avviso, poteva essere adatto a diventare una sceneggiatura. E dopo un paio di giorni mi ha risposto, dicendomi che suo nipote, sceneggiatore appassionatissimo di Etruschi, era entusiasta della trama”. “Da lì il resto, – conclude Cecchelin – le chiacchierate per confrontarci sulla sceneggiatura, la capacità di Play Entertainment di trasformare un’idea in realtà, anche con la coproduzione polacca, e la volontà di portare a Tarquinia le riprese, che si fermeranno qua sino a metà giugno e che porteranno la città per quasi due ore sul grande schermo”.
Ma vedere una propria idea prendere la forma tra scenografie, attori e location non è, per Riccardo, un’esperienza del tutto nuova, e anzi il precedente racconta una storia tutta tarquiniese con protagonisti straordinari. Nel 1979, infatti, Cecchelin fu tra gli interpreti di “Usil lupuce falado” (…E il sole morì nel cielo), thriller di cui aveva scritto il soggetto e la cui regia fu opera dell’indimenticato Emilio Valerioti, vero e proprio pioniere cittadino della settima arte già nei decenni precedenti. Un film che in molti, in città, ricordano, che fu protagonista di una proiezione celebrativa qualche anno fa al Cinema Etrusco e che vide la collaborazione di un grande artista tarquiniese, recentemente scomparso: le musiche del film erano state realizzate infatti da Leandro Piccioni, che di lì a qualche anno sarebbe diventato musicista di valore internazionale, compositore di numerose colonne sonore e pianista solista pronto ad accompagnare il maestro Ennio Morricone in concerti in ogni angolo del mondo.