Riceviamo dalla Provincia di Viterbo e pubblichiamo
Era la primavera di 78 anni fa, quando siamo tornati finalmente ad essere liberi sia come cittadini che come individui. Quel 25 aprile 1945, grazie a un’insurrezione generale di tante donne e uomini coraggiosi, siamo usciti da un lungo e doloroso inverno: un inverno cupo durante il quale abbiamo attraversato una dittatura sanguinaria che ha soppresso ogni diritto e libertà, abbiamo affrontato una guerra mondiale che ha portato morte e distruzione ovunque e abbiamo visto l’umanità finire nei campi di sterminio.
Quel 25 aprile 1945, invece, in Italia è tornata finalmente la vita. Siamo usciti dalla pagina più buia della nostra storia e ci siamo affrancati da chi ci voleva in ginocchio con le catene ai polsi e la testa calata.
Ecco il motivo per cui è necessario celebrare il 25 aprile, perché questa data racchiude in se stessa la nostra essenza di cittadini liberi. Ed è un giorno che tutti noi portiamo dentro, perché senza la liberazione dal nazifascismo non ci sarebbe l’Italia che conosciamo e amiamo tanto. Noi siamo e saremo sempre il 25 aprile. Noi siamo e saremo sempre la voglia di essere liberi.
Quella della Liberazione è una festa che unisce tutta l’Italia in un unico abbraccio. Non può e non deve essere divisiva, non può e non deve essere appannaggio solo di pochi. Questa data appartiene infatti a tutti coloro i quali si riconoscono nella democrazia, nella protezione dei diritti umani e individuali e in chi non farà mai venire meno la propria riconoscenza verso quelle donne e uomini, civili e militari, che hanno deciso di combattere e morire pur di renderci liberi.
Non potremo mai ringraziare abbastanza chi è morto per noi e per il nostro futuro. Ma una cosa sì, la possiamo fare. Anzi, la dobbiamo fare. Dobbiamo presidiare la democrazia che non deve mai essere data per scontata. Dobbiamo difendere ogni libertà conquistata nel tempo, ma dobbiamo anche lavorare duramente per conquistarne sempre di nuove. E anche noi, come chi è insorto quel 25 aprile di 78 anni fa, dobbiamo farlo per amore della patria. Per amore dei nostri figli. E per amore della libertà.