Riceviamo dai consiglieri del gruppo PD all’Università Agraria, Giuseppe Piferi e Giuseppe Scomparin, e pubblichiamo
Il consiglio dell’Università Agraria di mercoledì ha palesato la mediocrità di questa amministrazione: riteniamo che la discussione sul bilancio di previsione 2023 sia l’esempio evidente di una modalità più che discutibile di gestire gli atti che sono alla base di una buona (ci basterebbe anche “normale”) amministrazione di un ente.
Abbiamo chiesto che venisse rinviato il consiglio e la conseguente votazione poiché – a nostro avviso – non solo i documenti prodotti si rivelavano insufficienti, ma non erano stati neppure depositati entro i tempi e nelle forme previste dall’art.17 del Regolamento sul funzionamento dell’Ente. Tra l’altro, proprio durante questo consiglio venivano costituite le commissioni, tra cui quella al bilancio: ne consegue che sarebbe stato utile, proprio per il ritardo e l’incompletezza della documentazione fornita, un rinvio del consiglio ed un passaggio in commissione, dove il consigliere delegato poteva illustrare nel dettaglio il bilancio.
Rileviamo tra l’altro che lo stesso revisore contabile aveva in precedenza segnalato e sollecitato l’Ente già prima della fine dell’esercizio 2022, l’approvazione del bilancio di previsione 2023. La questione è stata trattata con una superficialità imbarazzante, dando origine a non poche frizioni: comprensibile quindi l’imbarazzo che avrà provato il Presidente del Consiglio che, preso alla sprovvista dalle evidenti mancanze, non è più riuscito a gestire il regolare svolgimento della seduta.
Ma il meglio deve ancora venire, perché l’apice dell’adunanza viene raggiunto quando la stessa maggioranza si spacca sulla questione delle indennità: storia che meriterebbe un capitolo a sé, perché questa amministrazione – che si è fatta bella in campagna elettorale proprio della rinuncia alle indennità – ha deciso di reintrodurle, mettendole a bilancio, salvo poi (resa evidente la pessima figura fatta) emendare, destinando le stesse ad investimenti, nonostante il consulente contabile – da noi interpellato – abbia ammesso che per ciò sarebbe stata opportuna una verifica preliminare di fattibilità: un disastro.
Ed al peggio (tragicomicamente parlando) non c’è mai fine, perché non solo collezionano una splendida figuraccia, ma tra i consiglieri di maggioranza c’è chi candidamente (forse sarà stato all’oscuro di tutto?) confessa che non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare all’indennità, anzi, tutt’altro. Il nostro voto, assieme al resto dell’opposizione, è stato chiaramente contrario. A ben vedere, ma per altre ragioni, ci avrà pensato anche qualcuno in maggioranza…
Da ultimo teniamo a far presente al Vice Presidente Sacripanti, che ha tenuto durante la seduta a dirci che “se non vi sta bene vi alzate e ve ne andate” che le opposizioni sono in quell’assise ANCHE e SOPRATTUTTO per evidenziare ciò che non va bene, e che da chi svolge compiti come il suo ci aspetteremmo il rispetto istituzionale per la carica che riveste. Uscite del genere ci ricordano tanto quelle dell’altra di amministrazione: quella comunale, di cui si dimostrano degna prosecuzione. Per il futuro, invitiamo questa amministrazione a procedere con l’adeguata attenzione alle forme ed alle
modalità definite dallo statuto.