(a.f.) Fare aperitivo accompagnato da sushi decorato con una locusta tostata, oppure assaggiare uno sformato alle camole, una vellutata guarnita con battuto di grilli o una crème brulée con i coleotteri lavorati a fare da contrasto al dolce. O magari concedersi un pasto rapido e leggero con un’insalata di cavallette. Tra qualche mese, a Tarquinia si potrà fare tutto questo e altro.
Riprendendo una sperimentazione che ha già vissuto un passaggio simile e molto chiacchierato a Corciano, nel cuore del centro Italia, in provincia di Perugia, una catena nell’ambito della ristorazione con sede in Olanda ha già mosso i primi passi per portare nel centro storico della città tirrenica un locale gourmet – non più di quindici coperti – dove sia possibile degustare insetti e, naturalmente, alimenti realizzati con farine e prodotti da essi derivati.
Proprio a pochi giorni dopo la delibera dell’Università Agraria di Tarquinia che bandiva il consumo di insetti a scopo alimentare e la conseguente promozione, arriva la novità che metterebbe la città al centro del dibattito pubblico – attualmente molto acceso sul tema – rendendola, a sua volta, meta di curiosi. Sono poche, in Italia, infatti, le realtà che permettono di consumare insetti, cosa resa possibile a inizio 2018 dal regolamento Ue sui «novel food»: ci sono stati tentativi a Roma, con un Sushi Bar dedicato, a Milano c’è un’associazione che offre cene a tema, ma la vicenda è ancora meno estesa di quanto non avvenga in altre città europee. A partire da Parigi ma soprattutto Londra, dove è fortemente presente la possibilità di assaggiare culture culinarie come quelle di India, Thailandia e Corea e, in generale del Sud-Est Asiatico. Un locale della capitale britannica ha addirittura legato la propria cucina a un allevamento di insetti aperto a Oxford e guidato da una ricercatrice.
Gli insetti più mangiati al mondo sono soprattutto i coleotteri, seguiti da bruchi, api, vespe e formiche, quindi cavallette, locuste e grilli. Anche ragni e scorpioni, che non sono insetti, fanno parte della dieta di molte popolazioni. Pare siano ottimi abbinati al pesce, in particolare all’inizio del mese di aprile.
Naturalmente l’indirizzo esatto del ristorante è ancora top secret, per evitare contestazioni da parte di chi critica e non vede di buon occhio questo filone culinario. Ma pare che l’azienda sia già studiando la possibilità di utilizzare l’enorme territorio tarquiniese e la presenza di tante specie di insetti qui presenti nella propria cucina: a tal proposito, sarebbe in corso uno studio sui valori proteici e organolettici delle varietà di insetti tarquiniesi e non si esclude la possibilità di partecipare a bandi per l’accesso, a vario titolo, a fondi dedicati alla valorizzazione della tipicità locale.