(s.t.) Si è tenuta lo scorso martedì 17 gennaio, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, a Roma, la presentazione dell’edizione del carteggio tra Carlo Ludovico Ragghianti e Amintore Fanfani, curata da Tiziano Torresi, con la prefazione di Paolo Bolpagni, Direttore della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca, ente che ne ha curato la pubblicazione.
A introdurre gli interventi dei relatori lo stesso Bolpagni, che ha sottolineato in apertura come l’importante lavoro su cui è incentrato il volume metta in luce un legame di amicizia e di collaborazione finora inesplorato, creatosi tra due personaggi all’apparenza e in partenza distanti per ideali e modi di pensare o agire, eppure capaci di costruire un forte legame su basi sottolineate, poi, dai successivi interventi.
La pittura, ad esempio, come analizzato da Agostino Giovagnoli, professore ordinario di Storia contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha concentrato l’attenzione sugli elementi del carteggio che riguardano le considerazioni scambiate tra Ragghianti e Fanfani in merito all’attività di creazione artistica di quest’ultimo, definita dal primo tutt’altro che amatoriale, e il suo mostrarsi complementare all’opera di pensiero politico.
Roberto Balzani, professore ordinario di Storia contemporanea all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, ha invece proposto interessanti spunti di analisi sul rapporto tra le due personalità, sottolineando tra le altre cose la comune difficoltà nel vivere e comprendere il periodo della contestazione.
Infine, Marialuisa Lucia Sergio, docente di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma Tre, ha focalizzato il proprio intervento sull’attenzione che, nell’ambito del loro impegno sociale e politico come nel dettaglio del carteggio, Ragghianti e Fanfani hanno rivolto della difesa del patrimonio artistico e storico, offrendo interessanti spunti anche di attualità.
È stato lo stesso curatore, quindi, a chiudere l’incontro. Torresi, rivolgendo saluti e ringraziamenti, ha sottolineato l’importanza sia della diversità nel confronto, “che non è mai un limite, ma è la ricchezza che rende bella e vivace la storia delle idee”, sia dello studio, con il carteggio che mostra “due grandi uomini di Stato, due grandi uomini di cultura arrivati ai vertici delle rispettive sfere che però non hanno mai perso occasione motivo per continuare a ricercare, a studiare, a esercitare lo Studium nel senso proprio del termine, inteso non soltanto come studio ma anche come ricerca, dedizione, devozione, impegno e cura in tutto quello che si fa”.